Contestazioni in Gran Bretagna per il via libera dato dal Parlamento britannico alla nuova fase del programma nucleare Trident che prevede la sostituzione dei quattro sottomarini nucleari di cui dispone la Gran Bretagna per un costo minimo stimato in 41 miliardi di sterline, pari a 49 miliardi di euro circa.
Al termine di sei accese ore di dibattito, i deputati hanno approvato la misura con 472 voti a favore e 117 contrari. Più del 70% dei deputati laburisti (138) ha dato il via libera a questa proposta del governo conservatore, nonostante la posizione contraria del leader Jeremy Corbyn, pacifista convinto, che però ha deciso di lasciare libertà di voto. In occasione del suo primo discorso da Premier davanti al Parlamento, Theresa May ha difeso la necessità di un rimodernamento del programma nucleare, definito “l’assicurazione ultima” per la sicurezza del Paese.
“E’ impossibile dire con certezza che nessuna minaccia esterna sopravverrà nei prossimi 30 o 40 anni, minacciando la nostra sicurezza e il nostro stile di vita”, ha detto May durante il dibattito. Messa sotto pressione da un deputato scozzese che le ha chiesto se lei sarebbe davvero stata pronta ad utilizzare un’arma capace di uccidere anche 100mila persone, May ha risposto “sì”.
Decine di manifestanti pacifisti si sono riuniti ieri sera davanti a Westminster per esprimere la loro opposizione al programma. “No” anche dal Comitato per il disarmo nucleare che ha affermato che il programma Trident costerà in realtà 205 miliardi di sterline per i costi relativi all’intero sistema. Il Regno Unito è una delle tre nazioni Nato che possiede un’arma atomica, assieme a Usa e Francia. La flotta nucleare britannica si trova a Faslane, nell’Ovest della Scozia, e sarà sostituita con i sommergibili “Successor”, che entreranno in servizio nel 2030.