Dai paesi arabi riuniti nel Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg) arrivano minacce di ritorsioni e sanzioni nei confronti dei ribelli sciiti che hanno attuato un colpo di stato in Yemen e che sono accusati di aver ostacolato la transizione di potere nel paese. Nel documento finale della riunione dei ministri degli Esteri del Ccg che si è tenuta sabato sera a Riad si legge che “verranno presi provvedimenti per salvaguardare gli interessi e la sicurezza dello Yemen dopo il golpe nel caso dovessero fallire gli sforzi dell’Onu per arrivare ad un accordo tra le parti per risolvere la crisi”. Il Ccg chiede alla comunità internazionale di assumere provvedimenti in difesa del presidente yemenita Abde Rabbo Mansur Hadi costretto agli arresti domiciliari ed al Consiglio di Sicurezza dell’Onu di intervenire usando l’articolo sette della Carta delle Nazioni Unite in modo da permettere l’assunzione di provvedimenti rapidi in Yemen.
Nel frattempo si contano diversi feriti tra i manifestanti che questa mattina sono scesi in piazza a Ibb, a sud di Sana’a, per protestare contro il golpe. Secondo quanto riferiscono i media locali anche ieri mattina, come avvenuto già sabato durante una analoga protesta,gli Houti hanno aperto il fuoco per disperdere i manifestanti ferendone un numero imprecisato. Sempre sabato gli sciiti hanno arrestato sei manifestanti tra cui il leader del movimento che chiede la loro uscita dalle città del Paese. Per ottenere la liberazione è stata indetta la manifestazione di ieri. Gli scontri sono avvenuti davanti alla sede della prefettura locale.
San Luca, evangelista. Antiochia di Siria (Turchia), 10 ca. - Tebe (Grecia), 93 ca. Nasce…
Le donne oggi occupate in agricoltura sono 823 mila – il 30% circa del totale…
Il welfare verso il "benessere digitale". Il significato di "new normal" è una nuova normalità.…
La democrazia è una sfida per i cittadini ad essere migliori della vita quotidiana e…
La richiesta che arriva dagli agricoltori di Ravenna, colpiti, lo scorso settembre, da una nuova…
Come ha spiegato papa Francesco all'Angelus del 23 settembre 2024 “Dobbiamo lavorare perché i detenuti…
Questo sito utilizza i cookies per migliorare l'esperienza dell'utente
Altre informazioni