Secondo Oxfam non ci sarebbero prove del fatto che nei festini a luci rosse organizzati ad Haiti dagli operatori dell'organizzazione umanitaria fossero coinvolte prostitute minorenni.
Baby prostitute
Lo ha riferito, spiega il Guardian, il direttore esecutivo dell'Ong, Mark Goldring, intervenendo davanti alla commissione parlamentare d'inchiesta britannica. Ribadendo che quanto avvenuto ad Haiti nel 2011 è stato sbagliato, Goldring, che all'epoca non lavorava ancora per l'organizzazione, ha sottolineato che durante le indagini Oxfam ha provato a parlare con le donne coinvolte, tutte quelle che sono riusciti a rintracciare, e ha scoperto che nessuna di loro aveva meno di 18 anni. Il direttore esecutivo ha però rivelato che Oxfam ha ricevuto 26 nuove denunce di abusi. Di queste, ha precisato, 16 sono legate a programmi internazionali, alcune relative a fatti recenti mentre altre risalgono al passato.
Donazioni in calo
L'Ong, travolta dallo scandalo, deve ora fare i conti con un danno d'immagine ed economico che potrebbe comprometterne l'attività. Da quando il caso è venuto alla luce, ha spiegato Goldring, “circa 7 mila persone hanno cancellato le loro donazioni” a favore dell'organizzazione. Il dirigente si è quindi scusato “per il danno che Oxfam ha causato sia al popolo di Haiti che più in generale agli sforzi per l'aiuto e lo sviluppo, forse danneggiando il sostegno pubblico”. Goldring ha anche detto di essersi pentito della frase detta durante un'intervista al Guardian nella quale si sorprendeva per “l'intensità e la ferocia degli attacchi” contro l'Ong. “Cosa abbiamo fatto? – si era chiesto – Abbiamo ucciso i bambini nelle loro culle? Certamente la portata e l'intensità degli attacchi sembra sproporzionata rispetto al livello di colpevolezza”. Parole che gli sono state rinfacciate dai parlamentari e per le quali si è scusato: “ero sotto stress“, ma “non avrei dovuto dire quelle cose, è non da Oxfam giudicare questioni di proporzionalità o motivazione”.