L’amministrazione Obama starebbe valutando l’ipotesi di fornire armi e attrezzature di difesa all’esercito governativo ucraino. Lo riferisce il quotidiano statunitense New York Times citando fonti interne all’intelligence e specificando che – benché non sia stata presa ancora alcuna decisione pratica – il Presidente sta rivedendo la questione dell’assistenza militare. La svolta strategica sarebbe da ricondurre all’insuccesso delle sanzioni economiche come strumento per dissuadere la Russia dall’inviare armi pesanti e militari nelle regioni separatiste dell’Ucraina dell’est.
Inizierebbe così una nuova fase dopo il fallimento di sabato del nuovo round di negoziati a Minsk del gruppo di contatto sulla crisi ucraina, nonostante gli auspici per una rapida tregua scambiati telefonicamente tra il leader del Cremlino Vladimir Putin, la cancelliera tedesca Angela Merkel e il Presidente francese François Hollande. Le Nazioni Unite hanno intanto diffuso i dati sulle vittime del conflitto che – dal suo inizio nell’aprile del 2014 – ha già causato la morte di 5 mila persone.
Il segretario di stato Usa John Kerry sarà in Ucraina giovedì prossimo e potrebbe aprire il capitolo dell’invio delle armi, ipotesi sostenuta – sempre secondo il quotidiano statunitense – anche dal comandante delle forze nato in Europa, Philip Breedlove, e da Chuck Hagel, il segretario uscente alla difesa americana. Tra i problemi pratici sollevati dalla Nato, ci sarebbe però quello della tipologia di armi da inviare: quelle a disposizione, infatti, sarebbero troppo sofisticate per l’esercito ucraino.
Secondo il New York Times, la Nato ha stimato che la Russia abbia inviato almeno mille persone – tra militari di professione e uomini dell’intelligence – in Ucraina per sostenere l’offensiva dei separatisti. Grazie al sostegno di Mosca, i miliziani dell’est sono riusciti in queste ore a prendere l’aeroporto di Donetsk e stanno accerchiando la città di Debaltseve, critica per il controllo del nodo ferroviario.