Il regime di Kim Jong Un sarebbe la “mente” dell'attacco cibernetico “Wannacry” che lo scorso maggio ha paralizzato tutto il mondo. Ad accusare la Corea del Nord è la Casa Bianca con Thomas Bossert, consigliere di Donald Trump per la sicurezza interna e l'antiterrorismo. In un editoriale sul Wall Street Journal, Bossert spiega che l'accusa allo Stato eremita è basata su “prove. Non siamo gli unici a sostenere” la responsabilità di Pyongyang: “Altri governi e società private sono d'accordo con noi“.
L'accusa
Il cyberattacco Wannacry è stato “codardo e costoso e la Corea del Nord è direttamente responsabile. Non lanciamo accuse alla leggera. Sono basate su prove” afferma Bossert, sottolineando che “le conseguenze e le ripercussioni di Wannacry sono andate al di là solo dell'impatto economico. Il virus ha colpito in modo particolarmente duro il sistema sanitario inglese, mettendo vite umane a rischio”. “Mentre lavoriamo per rendere internet più sicuro, continuiamo a ritenere responsabili coloro che ci fanno del male e ci minacciano, sia che agiscano da soli sia che agiscano per organizzazioni criminali o per Paesi ostili – aggiunge Bossert -. Gli hacker maligni appartengono al carcere, e i governi totali devono pagare un prezzo per le loro azioni”. La Corea del Nord “continua a minacciare l'America, l'Europa e il resto del mondo non solo con le sue aspirazioni nucleari. Sta usando sempre più i cyberattacchi per alimentare il suo comportamento e causare distruzioni”.
Il virus
WannaCry, chiamato anche WanaCrypt0r 2.0, è un worm, di tipologia ransomware, responsabile di un'epidemia su larga scala avvenuta nel maggio 2017 su computer con Microsoft Windows. In esecuzione cripta i file presenti sul computer e chiede un riscatto di alcune centinaia di dollari per decriptarli. Il malware ha infettato i sistemi informatici di numerose aziende e organizzazioni in tutto il mondo, tra cui Portugal Telecom, Deutsche Bahn, FedEx, Telefónica, Tuenti, Renault, il National Health Service, il Ministero dell'interno russo, l'Università degli Studi di Milano-Bicocca.
Missili
La tensione sull'asse Washington-Pyongyang resta, dunque, alta. Sul rischio escalation è intervenuta nuovamente la Russia sostenendo che se gli Stati Uniti schiereranno il sistema missilistico Aegis Ashore in Giappone violeranno il trattato sulle forze nucleari a medio raggio (Inf). “Il dispiegamento di sistemi Aegis Ashore in Giappone diverrà un'altra violazione del trattato Inf da parte degli americani, e questa volta avverrà con l'assistenza efficace del Giappone” ha detto il direttore del dipartimento per la non proliferazione e il controllo delle armi del ministero degli Esteri russo, Mikhail Ulianov. Il sistema Aegis Ashore, che utilizza missili sviluppati in comune fra Usa e Giappone, è concepito per difendere il territorio giapponese da possibili attacchi della Corea del Nord.