Probabile svolta nell'inchiesta sul Russiagate: il procuratore speciale Robert Mueller, infatti, avrebbe fatto sapere al team legale di Donald Trump che, in merito alla possibilità di interrogare il presidente, si atterrà alle linee guida del Dipartimento di giustizia. E, questo, al momento prevede che un presidente in carica non può essere incriminato. A chiarire il punto, in un'intervista concessa alla Cnn, è stato Rudolph Giuliani, l'ultimo della squadra di avvocati ingaggiata dal Tycoon: “Non possono incriminarlo. Almeno ci hanno riconosciuto questo dopo qualche battaglia”. Se è vero, però, che il cavillo al quale l'ex sindaco di New York fa riferimento è entrato in vigore durante la presidenza Nixon, venendo successivamente riaffermato durante l'amministrazione Clinton, è anche vero che tale disposizione non è mai stata affrontata in un'aula di tribunale. Il che, di fatto, rende l'operazione intentata da Mueller qualcosa senza precedenti.
Il quadro
Gran parte delle risposte potrebbe arrivare con le elezioni di medio termine previste a novembre: qualora la maggioranza repubblicana alla Camera e al Senato fosse riconfermata, risulterebbe difficile che un atto accusatorio, per quanto a firma di un procuratore speciale, possa portare all'allestimento di un procedimento di impeachment al Congresso per il presidente Trump. Non è nemmeno chiaro, al momento, se effettivamente Mueller abbia intenzione di percorrere la strada contraria a quella del Dipartimento di giustizia. Sulla possibilità, il procuratore non si è mai espresso finora e, come lui, tutta la sua squadra. L'unico a parlarne, non più di qualche giorno fa, era stato il suo vice, Rod Rosenstein, il quale aveva spiegato che “il Dipartimento di Giustizia ha in passato, quando è sorto il problema, opinato che un presidente in carica non può essere incriminato. C'è stata molta speculazione nei media su questo”, talgiando poi corto dicendo di non avere “altro da dire al riguardo”. Giuliani ha precisato che “i memo del Dipartimento di giustizia che risalgono a prima di Nixon dicono che non puoi accusare un presidente in carica ma metterlo sotto accusa. Da un po 'di tempo c'era qualche disputa in proposito ma ci hanno riconosciuto per via orale che capivano di non poter violare le regole del Dipartimento di giustizia”.
Mueller chiama Sullivan
Nel frattempo, però, Mueller si è mosso su altre strade, disponendo l'emissione di un mandato per interrogare Jason Sullivan, ex consulente per i social media di Roger Stone, consigliere informale della campagna elettorale di Donald Trump. A riferirlo è sempre la Cnn, la quale ha citato il legale di Sullivan che, secondo il procuratore, costituisce una figura di rilievo in quanto in presunto contatto con Julian Assange e, quindi, Wikileaks, l'organizzazione che diffuse le email del partito democratico e del capo del comitato elettorale di Hillary Clinton.