Si chiama Austin Tice il giornalista americano scomparso in Siria dal 2012. I genitori del 33enne freelance hanno lanciato un appello alla Casa Bianca chiedendo aiuto per riportare il giovane a casa e insieme all’associazione “Reporters senza frontiere” hanno sollecitato politiche più efficaci a tutela degli ostaggi.
Austin è il maggiore di sette fratelli, è cresciuto con il desiderio di diventare un corrispondente internazionale e dal maggio 2012 si era stabilito a Damasco. Qui lavorava a un reportage sui conflitti civili, ma sembra sia stato sequestrato nell’agosto dello stesso anno. Ha lavorato per “Washington Post”, McClatchy Newspapers, Associated Press, CBS e altri media, vincendo anche il premio Polk per i cronisti di guerra. A partire dal 16 febbraio la famiglia del reporter lancerà una campagna online con il sostegno di Usa Today e altri media per diffondere il messaggio “Free Austin Tice” e far firmare una petizione da presentare a Obama affinché si possa concretizzare il recupero degli ostaggi americani in Sira.
I genitori di Austin hanno detto che anche se non è chiaro chi esattamente abbia rapito il ragazzo e che le circostanze sul caso siano ancora misteriose, hanno informazioni credibili che attestano che il figlio sia ancora vivo e che possa essere nelle mani di “un’ organizzazione siriana”. “Dopo quasi due anni e mezzo – ha detto la madre in una conferenza stampa – sentiamo di avere bisogno di far sapere a tutti che nostro figlio è scomparso. Potete aiutarci a riportarlo a casa?”.