Emmanuel Macron tende la mano ai “gilet gialli” ma non cambia idea sulla necessità di una transizione energetica che rispetti l'ambiente e definisce “inaccettabili” le violenze.
Questione ambientale
Dall'Eliseo il presidente francese ha annunciato “un grande dibattito nazionale“, “una concertazione sul terreno” sul tema della transizione ecologica, il suo piano pluriennale di transizione energetica. Ma non cambia linea: “Abbiamo fatto troppo poco sul clima“. Macron ha detto di sentire “comprensione per la paure dei cittadini” e ha proposto il suo piano, che prevede sostegno alle energie alternative, l'abbandono dei combustibili fossili (tutte le centrali a carbone chiuse entro il 2022), lo sviluppo e il sostegno alle energie rinnovabili e pulite, con un mix di energia elettrica e solare; la quota di energia nucleare ridotta del 50 per centro entro il 2035.
Dialogo
Poi però ha teso la mano a quella parte dell'opinione pubblica che, negli ultimi dieci giorni, ha messo a soqquadro il Paese: “Non voglio una Francia a due velocità dove il più modesto debba pagare di più, rifiuto che la transizione ecologica accentui l'ineguaglianza tra i territori: questa è la paura espressa da molti dei nostri concittadini negli ultimi giorni: essere lasciati indietro. Posso capire e condividere questa paura, ma sarà fatto di tutto per sostenere socialmente questa transizione, così che l'ecologia sia un'ecologia popolare“. Macron ha chiesto “una strategia di accompagnamento“, un dialogo con i territori per “trovare soluzioni concrete”. Spero anche -ha aggiunto- che i rappresentanti dei “gilet gialli” “possano proporre soluzioni”.
Nucleare
Macron ha anche annunciato che entro il 2035 l'energia nucleare sarà ridotta del 50%. Per quella data saranno infatti chiusi 14 reattori da 900 megawatt. “Mi sarebbe piaciuto farlo dal 2025 – ha spiegato – . Resta l'obiettivo del 50% ma portiamo la scadenza al 2035. Ed entro il 2035 verranno fermato 14 reattori da 900 megawatt”.