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Gilet gialli: dalle barricate al partito

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Il più recente capitolo di una telenovela: l'ala moderata dei gilet gialli scende in politica. Ad annunciarlo – stando a quanto rivela France Info – è Jacline Mouraud, ex portavoce del movimento nato in Fracia per protestare contro l'aumento annunciato dal Governo del costo del carburante. La scelta di una frangia minoritaria dei gilet gialli è, tuttavia, l'ennesimo episodio di una frattura interna che appare ormai insanabile: la parte più radicale del movimento, quella che si riconosce nelle barricate che anche sabato scorso hanno scosso Parigi ed altre città francesi, non è affatto persuasa da questa ipotesi. La Mouraud non ha più credito presso i più esagitati, tanto da aver ricevuto anche minacce di morte. Secondo la stampa d'Oltralpe, il neo-partito si chiamerà 'Les Emergents', gli 'Emergenti', ed avrà come obiettivo una grande riforma fiscale e il “ritorno del sociale” nell'agenda politica.

Una ruspa per entrare in un Ministero

Intanto in Francia si contano i danni per i tafferugli che hanno accompagnato la mobilitazione di sabato scorso. Nella capitale hanno attaccato la sede dei Rapporti con il Parlamento che ospita l'ufficio del portavoce del governo Benjamin Griveaux, costretto a fuggire affermando: “Agitatori, puntano all'insurrezione e a rovesciare l'esecutivo”. Immediata l'evacuazione da parte della gendarmerie: “Hanno sfondato la porta utilizzando una scavatrice”. I gilet gialli, dopo aver ottenuto la cancellazione dei rincari sul carburante, chiedono ora il riconoscimento di un referendum di iniziativa civica conclusosi venerdì scorso: si tratta del “Ric”, che permette di abrogare una legge, licenziare un politico, proporre un testo di legge e modificare la Costituzione. L'ala radicale del movimento promette nuove mobilitazioni fin quando non avverrà questo riconoscimento.

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