Ancora condanne a morte in Giappone: durante il governo del premier conservatore, Shinzo Abe – insediatosi nel dicembre 2012 – sono 12 le esecuzioni compiute. Un uomo di 44 anni, colpevole di omicidio ha subito la pena capitale per impiccagione. A rivelarlo è stato il minsitro della Giustizia nipponico, Yoko Kamimawa.
L’uomo, Tsukasa Kanda, era stato condannato a morte per aver ucciso una donna nel 2007 a Nagoya, con due complici ritrovati attraverso un sito Internet apposito per ricercare “compagni di crimine”. L’ultima esecuzione risale ad agosto 2014, quando due uomini furono uccisi, sempre colpevoli di omicidio.
Il Giappone, insieme con gli Stati Uniti, è l’unico Paese industrializzato e democratico al mondo a mantenere la pena capitale. Negli usa però, sembra che ultimamente la mancanza dei componenti per effettuare l’iniezione letale – che l’Europa si rifiuta di fornire – stiano rendendo la pratica piuttosto complicata. Non sembra invece in calo nell’impero del Sol Levante: secondo ultimi sondaggi, l’applicazione della condanna a morte è sostenuta dall’85% della popolazione giapponese