Sembra non avere fine l'inferno che si è scatenato a Ghouta est, il bastione ribelle alle porte di damasco. Nella notte, infatti, alcuni caccia non identificati hanno bombardato una quarantina di volte la località, causando un numero imprecisato di morti e feriti. La notizia è stata riferita dall'Osservatorio dei diritti umani, ricordando che dalle 9 alle 14, ora locale, scatta la tregua giornaliera per il quinto giorno consecutivo.
La situazione a Ghouta
Dal 18 febbraio la regione è bombardata dall'alto da russi e siriani, da terra dall'artiglieria del regime. Negli ultimi 12 giorni almeno 674 civili sono stati uccisi nei bombardamenti delle forze governative. E mentre l'Alto commissario per i diritti umani dell'Onu, Zeid Raad al Hussei, chiede che la Siria venga denunciata alla Corte criminale internazionale per “possibili crimini di guerra“, il governo siriano afferma di aver fatto tutto il possibile per consentire l'evacuazione dei civili attraverso un corridoio umanitario e accusa i gruppi ribelli di aver bombardato con mortai il valico predisposto durante “le pause umanitarie” di cinque ore al giorno, ordinate dal presidente russo Vladimir Putin.
La guerra continua anche ad Afrin
Non è migliore la situazione nella regione curda di Afrin, nel nord ovest della Siria, dove la guerra continua a mietere vittime. Nella giornata del primo marzo 8 soldati turchi sono stati uccisi, altri 13 feriti, facendo salire aad almeno 40 i militari di Ankara uccisi dall'inizio dell'operazione “Ramoscello d'ulivo” che vede le forze turche impegante a sostenere un'offensiva di ribelli loro alleati contro le milizie curde dell'Ypg.