Ha accettato di creare un “gruppo di facilitatori” per “agevolare una diplomazia di compromesso” tra Venezuela e Stati Uniti, il vertice dell’Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America (Alba), che si è tenuto ieri a Caracas. Infatti nelle ultime settimane si è assistito ad un’escalation verbale tra il governo attuale e passato degli Usa e il presidente Maduro, fino alla dichiarazione di Obama che il Venezuela è “una minaccia inusuale e straordinaria alla sicurezza nazionale e alla politica estera statunitense”, imponendo sanzioni nei confronti di vari funzionari del paese sudamericano.
La dichiarazione finale del vertice è stata letta dal presidente stesso, il quale ha ringraziato il contributo non solo di Alba, ma anche di Celac, Unasur e Caricom per “allentare le tensioni e garantire una risoluzione amichevole tra le due nazioni”. Il vertice ha chiesto a Washington di smettere di considerare la Nazione come una minaccia internazionale, e che “metta fine immediatamente alle molestie e alle aggressioni contro il governo e il popolo del Venezuela”, perché questa politica degli Stati Uniti, incoraggia la “destabilizzazione e l’uso della violenza da parte dei settori dell’opposizione venezuelana”, si legge nel documento. Allo stesso modo, l’amministrazione Obama è invitata “ad astenersi dall’uso di misure coercitive unilaterali” che violano il diritto internazionale, in quanto il Paese di Maduro non rappresenta una minaccia per nessun altro Stato.
Inoltre, l’alleanza ha parlato di feroce campagna mediatica internazionale contro il Venezuela e il suo governo, volta a screditare la rivoluzione bolivariana, cercando di creare le condizioni per un intervento di più ampia scala ed estraneo alla soluzione pacifica delle controversie. Sulla stessa linea, Alba ha espresso “forte sostegno” nei confronti di Dilma Rousseff in Brasile e la sua solidarietà e sostegno al capo di Stato argentino, Cristina Fernandez de Kircher, “sottoposte ad una campagna di discredito personale e istituzionale per mano dei settori della destra politica e mediatica nei loro paesi”.