Le Forze armate israeliane, scrive il quotidiano “Haaretz”, stanno finalmente comprendendo che il disfacimento economico della Striscia di Gaza costituisce una grave minaccia per la stabilità e la sicurezza della regione. I vertici militari hanno quindi consigliato al ministro della Difesa Moshe Ya’alon di allentare alcune delle restrizioni imposte all’enclave costiera. Tra le misure consigliate dalle Forze di sicurezza ci sarebbe anche la possibilità per i palestinesi di lavorare nelle comunità di frontiera di Gaza e la riapertura del valico di Karni per aumentare il transito dei veicoli che trasportano le merci.
Tale scelta consentirebbe a migliaia di palestinesi di recarsi all’estero attraverso il valico di Erez e poi attraverso la Giordania. Inoltre gli ufficiali hanno citato la necessità di concedere più permessi a favore dei palestinesi della Striscia di Gaza per lavorare nelle comunità israeliane vicine al confine. Un anno dopo la guerra di Gaza, le Idf sottolineano come Hamas non abbia ottenuto alcun successo concreto, sia politicamente isolato e i suoi rapporti con l’Egitto rimangano estremamente tesi. Proprio per questi motivi alcuni funzionari della difesa ritengono che Israele possa e debba contribuire a raggiungere una pace a lungo termine, allentando le restrizioni economiche ed eliminando alcune limitazioni al passaggio di persone e merci dalla Striscia di Gaza.
Secondo un articolo pubblicato nei giorni scorsi dal quotidiano israeliano “Haaretz”, la mossa potrebbe avere un valore aggiunto nel ridurre le critiche internazionali contro Israele per la sua chiusura della Striscia di Gaza, anche se parte del blocco dei confini dipende dalle restrizioni imposte dal governo egiziano, in particolare dopo gli la serie di attacchi terroristici avvenuti lo scorso primo luglio nel Sinai settentrionale. Per i funzionari delle forze armate allentare le restrizioni economiche consentirà di procedere con la ricostruzione di abitazioni e infrastrutture distrutte dai bombardamenti israeliani lo scorso anno e contribuirà a ridurre il rischio di una nuova guerra. “Finche’ restano i problemi economici di base a Gaza, avremo il rischio di un nuovo conflitto militare”, ha sottolineato ieri un alto ufficiale dello Stato maggiore della Difesa israeliano.
Dalla fine della guerra di Gaza nel mese di agosto 2014 e fino al maggio di quest’anno, circa 70 mila persone hanno attraversato il confine con Israele attraverso il valico di Erez, e l’intento è quello di aumentare questo numero già considerevole. Il valico di Karni, vicino al kibbutz Nahal Oz, che è stato chiuso durante gli ultimi quattro anni, verrà riaperto e la misura riguarderà anche il valico di Kerem Shalom, attraverso il quale passano ad oggi dai 550 ai 600 camion al giorno. Le nuove disposizioni consentiranno inoltre ad alcune migliaia di abitanti di Gaza di entrare in Israele per lavorare negli insediamenti sul confine.
Secondo gli analisti il cambiamento nella politica è stato avallato anche dal primo ministro Benjamin Netanyahu e dal gabinetto di sicurezza del governo e ciò offre un segnale rispetto ad una maggiore comprensione da parte dei politici della necessità di mutare la visione nei confronti della Striscia di Gaza. Lo scorso 6 luglio il presidente israeliano, Reuven Rivlin, ha dichiarato durante una cerimonia per commemorare i militari caduti durante l’operazione “Margine di protezione” che “la riabilitazione di Gaza e’ anche un interesse di Israele, ma l’unica condizione per tale riabilitazione è che Gaza smetta di essere una copertura per attacchi contro Israele.” Anche il ministro dell’Istruzione, Naftali Bennett, leader del partito Habayit Hayehudi, ha detto in un’intervista all’emittente israeliana “Channel 2” che “è giunto il momento di avviare un’operazione internazionale per riabilitare Gaza”.