Sembra sempre più destinato a incarnare il prototipo del testimone chiave per eccellenza Rick Gates, ex socio di Paul Manafort e ora diventato l'avversario più duro, quello in grado di far crollare l'intero castello di carte a colpi di rivelazioni. La prima delle quali Gates l'ha fatta durante la sua testimonianza in una delle udienze del processo contro l'ex capo della campagna elettorale di Donald Trump, ammettendo che lui e Manafort avevano 15 conti stranieri non dichiarati al governo federale, consapevoli che fosse illegale. Gates, inoltre, ha precisato di non aver presentato i moduli richiesti alla direzione del suo ex socio. A questo punto, l'ex consulente politico potrebbe diventare l'uomo chiave del processo, lui che di Manafort conosce tutti i segreti e che, dopo aver deciso di collaborare con il procuratore speciale Mueller a inizio anno, potrebbe avere qualche motivazione in più per proseguire nel rivelare i retroscena degli affari condotti con lui.
Conti e rivelazioni
Detto più volte che durante questo processo il Russiagate c'entrerà poco, il superprocuratore potrebbe trarre spunti interessanti per la sua inchiesta sulle presunte interferenze russe anche da questa serie di udienze. Manafort, d'altronde, è l'uomo più vicino a Trump finora andato a processo e, nonostante i rapporti fra i due non siano mai stati esattamente idilliaci, al suo ex capo-campagna potrebbe optare per una collaborazione su tale indagine per accorciare una pena che, dovesse infine maturarsi, sarebbe sicuramente ingente. Ma, almeno per il momento, alla sbarra c'è proprio Manafort e Gates ha proseguito nelle sue rivelazioni, affermando di aver mentito in una deposizione legale e di avere, insieme al suo ex socio, curato la campagna elettorale per un politico cipriota, identificato in Tribunale come 'Dr. K'. Secondo Gates, quegli stessi conti aperti sull'isola europea sarebbero tornati utili al momento i sostenere i lavori in Ucraina: “Sono stato io – ha detto – ad aiutare a organizzare le pratiche burocratiche e ad avviare i bonifici”. E, a proposito di Cipro, Gates confessa anche di aver tradito Manafort per “parecchie centinaia di migliaia di dollari” presentando false note spese, pagate poi attraverso gli stessi conti correnti aperti proprio nell'isola mediterranea e non comunicati al governo federale.
L'altro teste
Nei giorni scorsi, anche la deposizione di un'altra persona vicinissima a Manafort, la sua ex contabile Cindy Laporta, aveva fornito rivelazione importanti in merito alle accuse di presunta frode mosse contro l'ex capo-campagna elettorale di Trump. Laporta – come riportato dalla Cnn – aveva detto che era stato lo stesso Manafort a chiederle di falsificare alcuni bilanci aziendali.