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Gambia: l’ex capo dell’intelligence accusato della morte di un oppositore

L’ex capo dell’intelligence del Gambia, Yankuba Badjie, è stato accusato ufficialmente della morte di Ebrima Solo Sandeng, segretario nazionale organizzatore del principale partito di opposizione (United Democratic, Udp) ai tempi del regime di Yayha Jammeh. L’ex leader è deceduto poco dopo essere stato arrestato per aver partecipato a una manifestazione per chiedere la riforma della legge elettorale in vista delle presidenziali svoltesi lo scorso dicembre.

L’accusa è contenuta in un documento formale presentato alla Corte di Banjoul. A carico di Badje e di altre otto persone è ipotizzato il reato di associazione a delinquere finalizzato all’omicidio, disciplinato dal codice penale del Gambia. Nell’atto di imputazione si legge: “Yankuba Badjie e altre 8 persone, 15 aprile 2016, nella sede del Nia a Banjul (Repubblica del Gambia) si riunivano per cospirare contro il signor Solo Sandeng e organizzarne l’omicidio”.

Nella protesta del 14 aprile (durante la quale venne arrestato l’allora leader dell’Udp) finirono in manette cinque membri del partito dopo che la polizia aveva provveduto a disperdere la folla. Gli attivisti vennero portati prima all’interno della prigione Mile 2 e successivamente nella sede della National Intelligence Agency per essere interrogati.

Due giorni dopo l’Udp annunciava la morte di Sandeng, avvenuta, secondo l’autopsia per “choc e insufficienza respiratoria“. Le proteste furono immediate e ciò diede al regime l’opportunità di arrestare altri oppositori. Tra questi c’era anche Ousainou Darboe, attuale ministro degli Esteri del Gambia. Il suo rilascio avvenne solo dopo la sconfitta di Jammeh alle elezioni presidenziali. Sandeng, che ha dedicato quasi tutta la sua vita alla politica, era già stato arrestato nel 2013.

Jammeh si trova in esilio nella Guinea equatoriale grazie alla mediazione operata dai presidenti della Mauritania e della stessa Guinea. Sconfitto alle presidenziali si era rifiutato di lasciare il potere ad Adama Barrow, vincitore delle elezioni. Per convincerlo a fare un passo indietro è stato necessario l’intervento dell’Ecowas e l’intervento dei militari senegalesi.

 

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