Il ministro della Giustizia del Gambia, Abubacar Tambedou, è sceso in piazza insieme a decine di manifestanti che chiedono giustizia contro la atrocità commesse durante il regime dell’ex presidente Yahya Jammeh.
Oltre 150 giovani hanno marciato per ricordare i fatti dell’aprile del 2000 quando una protesta organizzata da studenti fu soffocata nel sangue. Oltre 10 ragazzi restarono uccisi mentre altri 30 furono feriti. La strage, probabilmente ordinata dallo stesso Jammeh, fu eseguita in due giorni. La commemorazione è proseguita con un concerto e un torneo di calcio.
Il regime di Jammeh è stato più volte accusato per la tortura e il sequestro dei dissidenti. Oggi i sopravvissuti al massacro chiedono al nuovo governo, guidato da Adama Barrow, la verità sugli omicidi e sui rapimenti.
L’esecutivo ha promesso la creazione di una commissione d’inchiesta chiamata a esaminare le violazioni di diritti umani commesse e ad assicurare alle vittime un adeguato risarcimento dei danni patiti.
Dopo il cambio di vertice al governo, favorito dalle pressioni militari esercitate dall’Ecowas e dal vicino Senegal, l’Unione europea auspica che il Gambia imbocchi la strada della riconciliazione nazionale, proprio attraverso l’apertura di indagini sugli abusi. Secondo il responsabile Ue per il Gambia, Attila Lagos, per sanare le ferite lasciate dalla dittatura è necessario sapere cosa sia realmente accaduto in quegli anni. Abbiamo bisogno di sapere chi sono i responsabili, di imparare da quanto avvenuto, per poter ripartire”.
Dopo la partenza di Jammeh (esiliato nella vicina Guinea), il nuovo presidente Barrow ha profuso ogni sforzo per ripristinare lo stato di diritto e rafforzare il sistema giudiziario e ha rilasciato gran parte dei prigionieri politici detenuti nelle carceri gambiane.