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Gambia, arriva l’ultimatum dell’Ecowas a Jammeh: “Lasci il Paese o interveniamo”

Arriva l’ultimatum dell’Ecowas a Yahya Jammeh. Entro le 13 italiane il presidente del Gambia dovrà lasciare il potere e abbandonare spontaneamente il Paese o sarà costretto ad andarsene con la forza. Lo ha detto Marcel Alain de Souza, numero uno dell’organizzazione che raggruppa i Paesi dell’Africa occidentale.

Le truppe senegalesi da poche ore hanno varcato il confine del Gambia e si preparano a raggiungere la capitale per destituire Jammeh. La prova di forza è mirata a favorire l’insediamento del presidente eletto Adama Barrow, che attualmente risiede a Dakar. La situazione è incandescente nel piccolo Stato africano, con meno di due milioni di abitanti e che si affaccia sull’oceano Atlantico. Poco prima il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite aveva approvato una risoluzione di appoggio a Barrow e aveva invitato l’ex leader Jammeh a lasciare pacificamente il Paese.

L’Italia ha votato con convinzione a favore della risoluzione, ritenendo che questo Consiglio debba fare sentire la sua voce in queste ore cruciali per il futuro del Gambia e per la stabilità della regione”, ha detto il rappresentante permanente italiano all’Onu, Sebastiano Cardi. L’ambasciatore ha espresso “pieno appoggio agli sforzi di diplomazia preventiva nei quali è impegnata la comunità internazionale”. Cardi ha lodato la mediazione dell’Ecowas – l’organizzazione che raggruppa i Paesi dell’Africa occidentale -, e il sostegno del Consiglio per la Pace e la Sicurezza dell’Unione Africana quali “chiari esempi della leadership e dell’impegno africani”. Il Rappresentante italiano ha sottolineato come tutto ciò dimostri l’importanza di azioni rapide e efficaci per raggiungere soluzioni politiche alle crisi, come anche auspicato dal nuovo segretario generale Antonio Guterres.

L’impegno dell’Italia sulla risoluzione, secondo fonti della Rappresentanza, riflette la convinzione che la stabilizzazione dell’Africa occidentale non potrà che contribuire positivamente ad alleviare le tensioni che si riflettono sul Mediterraneo, in termini di traffici illeciti, terrorismo e criminalità. La mossa militare – partita dopo che Barrow ha prestato il giuramento presidenziale presso l’ambasciata a Dakar – era stata annunciata dai comandanti militari delle truppe dell’Ecowas, che si erano spostate verso il confine tra i due Paesi.

Lo scorso 23 dicembre i leader Ecowas avevano minacciato di intervenire militarmente nel caso in cui Jammeh non avesse lasciato il potere. Oltre al Senegal, che circonda completamente il Gambia, anche la Nigeria ha inviato aerei e truppe e una nave da guerra. Al momento non si hanno notizie di scontri. Il portavoce dell’esercito del Senegal – scrive l’Ap – ha detto che le sue truppe hanno attraversato il confine e sono entrate nel Paese vicino per “convincere” Jammeh a cedere il potere, il cui mandato è scaduto il 19 gennaio. I militari intendono dirigersi verso la capitale Banjul. Barrow è sostenuto dalla comunità internazionale ed è stato eletto con il 43,3% dei voti contro il 39,6% del rivale. Jammeh al potere dal 1994, ha denunciato brogli elettorali e ha anche proclamato uno stato d’emergenza di 90 giorni. Il Gambia è una meta turistica. Due giorni fa sono stati organizzati voli speciali per centinaia di britannici che hanno deciso di lasciare il Paese.

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