Cala il numero di migranti provenienti dalla Libia. Lo ha reso noto Frontex, secondo cui nei primi 8 mesi del 2017 si è registrata una flessione del 13% rispetto allo stesso periodo del 2016. A giugno, poi, il numero si è dimezzato rispetto a luglio e ad agosto è crollato di un altro 50%. Ma l’alto commissario dell’Onu per i diritti umani, Zeid Ra’ad Al Hussein, si è detto “scioccato” dai rapporti secondo i quali sono le milizie a fermare e trattenere i migranti che vogliono lasciare la Libia.
Così da Ginevra ha lanciato un severo monito. “L’Ue e i suoi Stati membri devono garantire che qualsiasi accordo di cooperazione con la Libia rispetti pienamente i diritti e la dignità dei migranti”, ha detto, aggiungendo che “impedire la ricerca ed il salvataggio, mettere in pericolo i migranti in difficoltà in mare e rimandare chiunque in un luogo dove potrebbe affrontare torture o altri gravi abusi costituirebbe una violazione degli obblighi previsti dalla legge del mare e dal diritto internazionale in materia di diritti umani”. E ha puntualizzato che “nessun essere umano può essere mai e in nessun caso, deportato dove affronta la possibilità di tortura e violazioni dei diritti umani“.
I portavoce della Commissione intanto continuano a ripetere che Bruxelles lavora per migliorare le condizioni di vita nei campi. E domenica scorsa l’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone, ha incontrato il sindaco di Sabrata (uno dei centri chiave del traffico di esseri umani in cui è stato registrato non solo il calo di partenze verso l’Italia, ma anche una diminuzione degli arrivi di disperati in città) per rassicurare sull’impegno dell’Italia nei confronti di tutta la Libia ma in particolare proprio di Sabrata. Dove, ha osservato l’ambasciatore, “la migliorata sicurezza ha contribuito a ridurre gli spostamenti di trafficanti entro e fuori la città”.
Il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, ha segnalato che è invece aumentato “di 2,5 volte” il flusso dal Marocco verso la Spagna. Ma ha anche specificato che al momento non ci sono prove che sia conseguenza del blocco della rotta attraverso la Libia. A puntare sulla Spagna sarebbero per lo più marocchini e gente del Maghreb occidentale. Leggeri ha anche posto l’accento sui ritorni dei migranti irregolari, che stanno accelerando nonostante le grandi difficoltà logistiche e legali delle operazioni (prima fra tutte quella di ottenere documenti di viaggio dai paesi di origine). Nei primi otto mesi dell’anno, ha indicato il direttore dell’agenzia, Frontex ha già organizzato 220 voli di rimpatrio, pari a oltre 10mila persone, alle quali vanno aggiunte 500 riammesse in Turchia.
In tutto il 2016 erano stati organizzati 232 voli con 10.700 migranti, nel 2015 66 voli con circa 5.500 persone e nel 2014 39 voli per 2.000 persone. “In tre anni il numero dei voli è stato moltiplicato per dieci”, ha osservato Leggeri, insistendo sulla necessità di “creare un sistema europeo dei ritorni” per sanare le differenze legislative tra gli stati membri che complicano ulteriormente la situazione.