Riaffermo nuovamente la nostra categorica condanna delle aggressioni israeliane alla nostra sovranitĆ , e al nostro sacro diritto a sfruttare le nostre risorse. L'Esercito libanese non si risparmierĆ il ricorso a ogni metodo disponibile per fronteggiare un'aggressione israeliana, costi quel che costi”.
Toni duri
A parlare ĆØ il generale Joseph Aoun, capo delle Forze armate libanesi (Laf), intervenendo durante una conferenza tenutasi a Beirut. Affermazioni che fanno il paio con quelle pronunciate dal segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, lo scorso venerdƬ. In quella occasione il rappresentante del “Partito di Dio” aveva anche affermato che oggi la vera disputa con Tel Aviv riguarda non tanto il confine territoriale con Israele, bensƬ quello marittimo, che ĆØ appunto al centro di una contesa per lo sfruttamento di alcuni giacimenti di gas.
La disputa
Il motivo del contendere ĆØ un'area di 860 km quadrati al largo delle coste meridionali del Libano, all'interno del “Blocco 9“, sul quale Beirut ha giĆ firmato dei contratti di esplorazione con l'Eni, la Total e la Novatek. Israele e il Libano rivendicano entrambe la sovranitĆ su quel lembo di mare.Ā Nel frattempo, l'assistente al segretario di Stato americano per gli Affari del vicino oriente, David Satterfield, ĆØ arrivato a Beirut, dopo una permanenza in Israele, dove ci si aspetta che renderĆ note le posizioni di Tel Aviv in merito alla disputa. IncontrerĆ per primo il ministro degli Esteri libanese – nonchĆ© genero del Capo di Stato Michel Aoun – Gebran Bassil. Non sono previste dichiarazioni ufficiali a margine del meeting. Lo scorso week end, lo speaker del Parlamento e capo del movimento sciita “Amal”, Nabih Berri, ha rifiutato la proposta di mediazione americana prospettatagli dal segretario di Stato Rex Tillerson, denominata “Hoff Line“, con cui si chiede in sostanza al Libano di “accontentarsi” di un'area di 550 km quadrati sugli 860 complessivi, rinunciando quindi alla pretesa di giurisdizione – ed eventuale sfruttamento – degli altri 310 km quadrati, che andrebbero a Israele.