La voce degli ultimi

venerdƬ 8 Novembre 2024
15.4 C
CittĆ  del Vaticano

La voce degli ultimi

venerdƬ 8 Novembre 2024

“Fronteggeremo l'aggressione israeliana”

Riaffermo nuovamente la nostra categorica condanna delle aggressioni israeliane alla nostra sovranitĆ , e al nostro sacro diritto a sfruttare le nostre risorse. L'Esercito libanese non si risparmierĆ  il ricorso a ogni metodo disponibile per fronteggiare un'aggressione israeliana, costi quel che costi”.

Toni duri

A parlare ĆØ il generale Joseph Aoun, capo delle Forze armate libanesi (Laf), intervenendo durante una conferenza tenutasi a Beirut. Affermazioni che fanno il paio con quelle pronunciate dal segretario generale di Hezbollah, Hassan Nasrallah, lo scorso venerdƬ. In quella occasione il rappresentante del “Partito di Dio” aveva anche affermato che oggi la vera disputa con Tel Aviv riguarda non tanto il confine territoriale con Israele, bensƬ quello marittimo, che ĆØ appunto al centro di una contesa per lo sfruttamento di alcuni giacimenti di gas.

La disputa

Il motivo del contendere ĆØ un'area di 860 km quadrati al largo delle coste meridionali del Libano, all'interno del “Blocco 9“, sul quale Beirut ha giĆ  firmato dei contratti di esplorazione con l'Eni, la Total e la Novatek. Israele e il Libano rivendicano entrambe la sovranitĆ  su quel lembo di mare.Ā Nel frattempo, l'assistente al segretario di Stato americano per gli Affari del vicino oriente, David Satterfield, ĆØ arrivato a Beirut, dopo una permanenza in Israele, dove ci si aspetta che renderĆ  note le posizioni di Tel Aviv in merito alla disputa. IncontrerĆ  per primo il ministro degli Esteri libanese – nonchĆ© genero del Capo di Stato Michel Aoun – Gebran Bassil. Non sono previste dichiarazioni ufficiali a margine del meeting. Lo scorso week end, lo speaker del Parlamento e capo del movimento sciita “Amal”, Nabih Berri, ha rifiutato la proposta di mediazione americana prospettatagli dal segretario di Stato Rex Tillerson, denominata “Hoff Line“, con cui si chiede in sostanza al Libano di “accontentarsi” di un'area di 550 km quadrati sugli 860 complessivi, rinunciando quindi alla pretesa di giurisdizione – ed eventuale sfruttamento – degli altri 310 km quadrati, che andrebbero a Israele.

ARTICOLI CORRELATI

AUTORE

ARTICOLI DI ALTRI AUTORI

Ricevi sempre le ultime notizie

Ricevi comodamente e senza costi tutte le ultime notizie direttamente nella tua casella email.

Stay Connected

Seguici sui nostri social !

Scrivi a In Terris

Per inviare un messaggio al direttore o scrivere un tuo articolo:

Decimo Anniversario