Dopo lo sgombero della Giungla di Calais, nel nord della Francia, esplode il numero di migranti presenti nelle tendopoli nella zona nord di Parigi. Secondo Heloise Mary, responsabile dell’ufficio di accoglienza e accompagnamento dei migranti citata da BFM-TV, con la chiusura di Calais si è passati da “2.000 a 3.000 persone in due giorni” negli accampamenti selvaggi di avenue des Flandres, Jaurès e Stalingrad, non lontano da Montmartre e dalla Gare du Nord.
Da lunedì 5.596 persone sono state “messe al riparo” nei centri di accoglienza e orientamento (Cao) dispiegati ai quattro angoli della Francia, di cui 1.348 ieri, nella terza (ed ultima) giornata di sgombero, quando il prefetto di zona, Fabienne Buccio, ha annunciato in gran cassa la “fine della Giungla”. La scorsa notte la bidonville di una decina di ettari è stata nuovamente divorata dagli incendi dolosi e i pompieri hanno lavorato fino a tardi. Da stamattina è al lavoro un’armata di ruspe e bulldozer per radere completamente al suolo la bidonville e tenere lontano i recalcitranti. Ma secondo le associazioni, tra i 200 e i 400 esiliati hanno passato la notte all’interno o nei dintorni del campo.
“Dei migranti continuano ad arrivare – pronostica François Guennoc, vice-presidente dell’associazione L’Auberge des Migrants – Avete visto il numero di rifugiati usciti dalle barche nel Mediterraneo?”. E ancora: “E’ sempre stato così, dopo lo sgombero di un campo se ne formano altri”. Speciali pattuglie anti-squatter della Police Nationale sono state dispiegate nella zona di Calais e dintorni. Lo scopo è quello di intercettare i recalcitranti che sono rimasti nella regione di Calais e che ancora sognano di raggiungere la Gran Bretagna.