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Fitch: gli Usa rischiano la tripla A

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Se lo shutdown andrà avanti gli Stati Uniti rischiano di perdere la tripla A. E' il monito di Fitch, arrivato tramite James McCormack, a capo dei rating sovrani dell'agenzia statunitense, secondo cui la parziale chiusura delle attività governative, che va avanti da 19 giorni, potrebbe presto cominciare ad avere ricadute negative sull'economia e sul debito.

Lo scontro

La paralisi federale non sembra destinata a sbloccarsi presto, visto che lo scontro tra il presidente Donald Trump e i democratici al Congresso, ora in maggioranza alla Camera, va avanti sul pacchetto di spesa per finanziare alcuni dipartimenti e agenzie federali. Intervistato da Cnbc, McCormack ha spiegato che “se lo shutdown andrà avanti fino al primo marzo e il tetto del debito diventerà un problema, potremmo dover cominciare a pensare alla cornice politica, all'incapacità di approvare il budget e se tutto questo sia in linea con un rating Aaa“.

Le altre agenzie

A giugno 2018 gli analisti di Standard & Poor's Global avevano confermato la tripla A al rating degli Stati Uniti, aggiungendo che l'outlook del Paese era “stabile“. Contattata dalla Cnbc dopo la valutazione di Fitch, S&P ha spiegato di non aver cambiato la sua opinione in merito. Moody's, invece, ha preferito non commentare, anche se, a fine dicembre, aveva affermato che un parziale shutdown non avrebbe avuto un impatto significativo sul debito pubblico del Paese. 

Lo shutdown

Numerosi organismi statali e angenzie federali americane, inclusi il dipartimento di Stato, quello di Giustizia, e quelli dei Trasporti e dell'Agricoltura, dal 22 dicembre stanno operando a ritmo ridotto. Il presidente Trump ha chiesto al Congresso lo stanziamento di oltre 5 miliardi per mettere in sicurezza le frontiere, minacciando, in caso di rifiuto, di non firmare il bilancio. I democratici, che hanno la maggioranza alla Camera dei Rappresentanti dopo le elezioni di medio termine dello scorso novembre, hanno detto a essere disposti a mettere sul piatto non più di 1,3 miliardi

 

Edith Driscoll: