Il viaggio di Donald Trump a Pechino è stata l'occasione giusta per la firma di 19 accordi del valore totale di 9 miliardi di dollari fra aziende americane e cinesi. Alla cerimonia di chiusura delle trattative, presso la Grande sala del popolo, hanno presenziato il segretario al Commercio Usa, Wilbur Ross, e il vice premier cinese, Wang Yang, appena entrato a far parte del Comitato permanente del Politburo in occasione del 19/mo congresso del Partito comunista cinese.
Wang ha definito un “riscaldamento” gli accordi, alla vigilia del summit tra Trump e il presidente Xi Jinping, testimoni d'eccezione di intese ancora più grandi, tra cui l'export di gas naturale e soia. “Raggiungere un equo e reciproco trattamento per le compagnie è un obiettivo condiviso“, ha commentato Ross.
Trump nei tre giorni di visita tenterà di ridurre il deficit commerciale Usa, sceso a ottobre con la Cina a 26,6 miliardi dai 28,1 miliardi di settembre, mentre è di circa 223 miliardi nei primi 10 mesi dell'anno. Ross, a Pechino con la missione di Trump, ha una delegazione di circa 40 compagnie americane di diversi settori come energia, aviazione e servizi finanziari. La Cina ha riaperto all'import di carne Usa, ma i flussi sono bassi a causa di forniture che soffrono l'insufficienza dei prodotti in linea con i requisiti richiesti dalle autorità cinesi.
Pechino è il primo produttore, consumatore e importatore di carne di maiale al mondo. Anche in quest'ottica, uno degli accordi firmati coinvolge JD.com, il secondo mall online in Cina quotato al Nasdaq, che si è impegnata a acquistare beni del valore di 2 miliardi di dollari dagli Usa, di cui oltre la metà costituita da carne di manzo e di maiale. Poco più di 1,2 miliardi sono relativi ai contratti con Montana Stock Growers Association (manzo) e con Smithfield Foods (maiale) per la fornitura di durata triennale. “I consumatori cinesi saranno rassicurati sapendo che di acquistare carne sicura, e prodotti di alta qualità dagli Usa”, ha commentato in una nota il ceo di JD.com, Richard Liu.