Il presidente dello Zimbabwe, Robert Mugabe, ha rassegnato le sue dimissioni. A dare notizia del passo indietro dell'anziano leader, al potere da 37 anni, è stato lo speaker del Parlamento Jacob Mudenda, precisando di aver ricevuto una lettera dall'ex capo dello Stato il cui testo recita: “Io, Robert Gabrie Mugabe, ai sensi dell'articolo 96 della costituzione dello Zimbabwe, qui, formalmente, presento le mie dimissioni. La mia decisione di dimettermi è volontaria e nasce dalla mia preoccupazione per il bene del popolo dello Zimbabwe e il mio desiderio di assicurare una tranquilla, pacifica e non violenta transizione di potere a sostegno della sicurezza, pace e stabilità della nazione”
Festeggiamenti
L'annuncio è stato accolto con un coro di acclamazioni e giubilo da parte dei deputati che stavano discutendo proprio dell'impeachment di Mugabe. Nel centro di Harare sono cominciati i festeggiamenti. Video postati su Twitter mostrano persone che cantano, danzano, sventolano bandiere mentre gli automobilisti suonano i clacson.
Scelta obbligata
Da giorni agli arresti domiciliari imposti dall'esercito, abbandonato dal suo partito e dalla potente associazione dei veterani di guerra, Mugabe continuava a resistere alle richieste di dimissioni. L'ultimo atto da presidente è stata la convocazione del consiglio dei ministri, quasi un gesto di sfida alla rivoluzione in atto. Al meeting, però, si sono presentati solo in cinque.
L'accordo
L'esistenza di una lettera di dimissioni dell'ormai ex presidente era stata segnalata alla Cnn da una fonte a “conoscenza dei negoziati” con i militari. La fonte aveva precisato che il presidente aveva ottenuto garanzie di immunità per sé e sua moglie Grace oltre all'impegno di poter conservare diversi suoi beni. La tv americana, nell'annunciarlo, aveva ricordato che le norme dello Zimbabwe prevedono che dopo le dimissioni annunciante pubblicamente appunto dal presidente del Parlamento l'interim spetta a questa figura istituzionale.
Personaggio controverso
L'ascesa al potere avviene nel 1980 quando diventa primo ministro del Paese africano. Il 31 dicembre del 1987 viene eletto presidente della Repubblica, carica che ha conservato sino a oggi. Dal 24 luglio 2014 è diventato il più anziano capo di Stato o di governo del mondo. È stato accusato di aver instaurato un regime dittatoriale in Zimbabwe. La controversa politica da lui messa in atto ha portato all'esclusione del Paese africano dal Commonwealth e allo stesso tempo gli ha procurato la designazione di persona non grata (locuzione latina che significa “persona non gradita”), uno status che gli nega l'ingresso nell'Unione europea e negli Stati Uniti, tranne per la partecipazione ad eventi organizzati dalle Nazioni Unite e dai suoi organi