Finiscono le ambizioni di governo di Ubolratana Mahidhl, sorella maggiore del re della Thailandia, Maha Vajiralongkorn. La Corte costituzionale ha, infatti, disposto lo scioglimento del partito Thai Raksa Chart che l'aveva candidata premier per le elezioni del 24 marzo, le prime a svolgersi nel regno dopo il colpo di Stato del 2014.
La decisione
I giudici ritengono che la candidatura di una componente della famiglia reale costituisce una grave violazione della legge elettorale. E questo a prescindere dal fatto che Mahidhl abbia perso il titolo di principessa. Con questa mossa Thai Raksa Chart – alleato chiave dell'ex premier Thaksin Shinawatra, deposto a seguito del golpe – avrebbe, secondo la corte, tentato di accattivarsi in modo scorretto le simpatie dei cittadini, molto legati alla monarchia. Un'eventuale elezione dell'ex principessa, per i giudici, avrebbe, di fatto, attribuito poteri politici ai reali, eventualità che la legge tassativamente esclude.
Verdetto severo
La corte ha citato diversi precedenti – fra cui una lettera scritta dall'ex sovrano Rama VII – che sono serviti a rafforzare il concetto: la corona deve essere neutrale rispetto ai partiti politici, pertanto né il re né i suoi familiari possono candidarsi. Come conseguenza è stato disposto lo scioglimento del Thai Raksa Chart, che comporta l'impossibilità di correre per il Parlamento anche per i suoi 214 candidati. I dirigenti del partito, invece, non potranno svolgere attività politica per 10 anni. Il leader Preechapol Pongpanich ha detto di aver accettato la decisione, ringraziando tutti per il sostegno.
La vicenda
Thai Raksa Chart sosteneva che Ubolratana potesse correre per la premiership visto che ha rinunciato a tutti i suoi titoli 40 anni fa, quando ha deciso di sposare un americano. Il re, appresa la notizia, emise subito un decreto che vietava la candidatura di un membro della famiglia reale, giudicandola “estremamente inappropriata”.