Il partito del premier ungherese Viktor Orban, Fidesz, rischia l'espulsione dal Partito popolare europeo dopo gli attacchi del governo di Budapest al presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker. Lo riporta l'Agi che cita fonti interne al Ppe.
Accuse
Gunnar Hoekmark, deputo europeo svedese del Ppe, ha chiesto che la questione venga discussa dalla leadership del partito la prossima settimana. Secondo altre fonti, Orban potrebbe finire “sotto processo” al vertice dei capi di Stato e di governo del Ppe di marzo. Manfred Weber, capogruppo all'Europarlamento e capolista del Ppe alle elezioni europee, ha lanciato un avvertimento al premier ungherese. “Parte del discorso sullo stato della nazione (di Orban) e la campagna di manifesti contro Jean-Claude Juncker causa grande incomprensione e rabbia nel Ppe”, ha detto Weber in un'intervista alla Suddeutsche Zeitung: “Non si può appartenere al Ppe e al contempo fare campagna contro l'attuale presidente Ppe della Commissione”.
Casus belli
Lunedì il governo ungherese aveva lanciato dalla propria pagina Facebook una campagna mediatica contro il finanziere ungaro-americano George Soros e Juncker, accusati di favorire l'immigrazione clandestina e di minare la tenuta delle frontiere del Paese. La replica della Commissione era arrivata a stretto giro. “Gli ungheresi meritano fatti veri e non fiction”, aveva reagito il portavoce dell'esecutivo comunitario Margaritis Schinas. “Non è vero che l'Ue mina la protezione delle frontiere, è l'esatto contrario. E non c'è alcun piano sui visti umanitari, gli Stati decidono fino a che punto vogliono accogliere la migrazione legale”, aveva aggiunto. “Sono totalmente incapace di odiare davvero qualcuno – aveva detto Juncker – Orban è mio buon amico. Ho visto questi poster pieni d'odio in giro per l'Ungheria e non mi arrendo. Farò l'esatto contrario. In Europa non si va avanti se i Paesi si combattono gli uni con gli altri, o se c'è odio nel gruppo. Ora basta“.