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Europee: trionfa il partito pro Brexit

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Le ultime elezioni europee nel Regno Unito spazzano via gli ultimi dubbi sull'uscita di Londra dall'Ue, nonostante l'ipotesi di un secondo referendum paventata dalla seconda bozza di accordo presentata negli scorsi giorni da Theresa May.

Farage trionfa

Il nuovo Brexit Party di Nigel Farage, secondo le prime proiezioni della Bbc, sarebbe primo con il 32% di voti. Catastrofico il risultato dei Tory di May, che ottengono appenaa l'8%. Arretra pesantemente, attorno al 15%, il Labour di Jeremy Corbyn. Sul fronte dei pro Remain irriducibili – aggrappati alla richiesta di una rivincita referendaria – crescono pure i Verdi, meglio dei conservatori all'11%. Mentre delude Change Uk, neonata forza centrista formata da un'improvvisata fusione di transfughi di Tory e Labour e si consolidano semmai nei rispettivi territori gli indipendentisti scozzesi dell'Snp e gallesi di Plaid Cymru: ostili al divorzio da Bruxelles, favorevoli a quello da Londra.

Voto paradossale

I risultati sono il frutto in effetti di un contesto molto particolare e per certi versi casuale. Trattandosi di una consultazione segnata da un'affluenza storicamente molto più bassa rispetto al voto nazionale (quest'anno solo in leggera ascesa attorno al 37%), dal sistema di voto proporzionale totalmente diverso rispetto a quello nazionale e da un contesto monotematico: sullo sfondo di quella polarizzazione “Brexit sì-Brexit no” che l'impasse parlamentare sulla ratifica dell'addio all'unione mantiene viva.

Peso politico

Una consultazione destinata comunque a condizionare nelle prossime settimane la corsa alla successione di May alla guida del partito conservatore e poi del governo. E a rafforzare inevitabilmente le chance dei candidati euroscettici, Boris Johnson in testa. La delusione viene del resto a galla pure per Labour, dalle cui file John McDonnell, cancelliere dello Scacchiere ombra, aveva evocato ancor prima dell'apertura delle urne “una bella legnata“. 

Alberto Tuno: