L’Unione europea si dota di un corpo medico per fronteggiare le emergenze. E’ la nuova sfida che i Paesi membri, più altri Stati che aderiranno al progetto, vogliono intraprendere. Si tratta di un team che sarà incaricato di mobilitare di medici e sanitari e attrezzature di emergenza all’interno e all’esterno dell’Unione per migliorare e rispondere con maggiore efficienza alle emergenze sanitarie.
“Lo scopo del corpo medico europeo è quello di creare un sistema molto più veloce ed efficace di risposta alle crisi sanitarie quando esse si verifichino. Dobbiamo imparare dalla lezione della risposta al virus ebola. Ringrazio gli Stati membri che hanno già contribuito finora e incoraggiamo altri ad unirsi, in modo che la risposta dell’Ue sia in grado di soddisfare le esigenze crescenti e consenta una migliore prevenzione di ogni disastro”, ha dichiarato il commissario europeo per gli aiuti umanitari e la gestione delle crisi, Christos Stylianides. Al nuovo meccanismo aderiscono 33 paesi europei – i 28 Stati membri più l’ex Repubblica jugoslava di Macedonia (Fyrom), l’Islanda, il Montenegro, la Norvegia e la Serbia – mentre la Turchia è in procinto di entrarvi.
Del reparto europeo potrebbero entrare a far parte squadre mediche d’emergenza, esperti in materia di sanità pubblica e di coordinamento sanitario, mentre tra le dotazioni previste vi sono laboratori di biosicurezza mobili, aeromobili per l’evacuazione medica e squadre di supporto logistico. Il corpo medico europeo s’iscrive nel quadro della nuova capacità europea di reazione alle emergenze (chiamata anche “pool volontario”) del meccanismo di protezione civile dell’Unione europea. I paesi che hanno già messo in campo squadre e attrezzature da destinare al pool sono Belgio, Repubblica ceca, Finlandia, Francia, Lussemburgo, Germania, Spagna, Svezia e Paesi Bassi.