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EUROPA IN RIPRESA, IL MANUFATTURIERO TRAINA IL RILANCIO

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Notizie positive sul fronte Europa: i dati della giornata hanno evidenziato che, a differenza della Cina, l’Eurozona recupera slancio. Non solo le borse segnano un timido rialzo, ma i Pmi, indice composto da una sintesi di manifattura e servizi, è ai massimi da 10 mesi. L’indice è salito a 54,1 punti (oltre 50 rappresenta la soglia di espansione economica) da 53,3 di febbraio, in aumento per il quarto mese consecutivo: èil record da maggio 2011.  Bene in particolare l’indice Pmi del Manifatturiero, che sale a 51,9 (da 51), il valore massimo da 10 mesi. A trainare l’indice è soprattutto la performance della Germania, mentre dalla Francia arrivano nuovi segnali di debolezza.

Nel dettaglio, l’attività del settore privato tedesco a marzo è cresciuta al ritmo più consistente da otto mesi, a ulteriore conferma di come la prima economia europea stia guidando la ripresa. L’indice composito è balzato infatti a 55,3 da 53,8. Il dato conferma quanto detto ieri da Draghi, secondo cui a guardare gli ultimissimi indicatori si vedono leggeri segnali di miglioramento.

Altro scenario quello francese, l’attività manifatturiera segna una contrazione per l’undicesimo mese consecutivo. L’indice Pmi scala a 51,7 da 52,2 di febbraio e, nello specifico – riporta l’agenzia Bloomberg – , il manufatturiero scende a 47,6 da 48,2, restando al di sotto della soglia dei 50 punti che segnano lo spartiacque tra contrazione ed espansione.

Se l’economia europea dà segnali di slancio, i mercati finanziari non stanno a guardare. Per le Borse è stata una giornata positiva, chiusa in accelerazione. A fine seduta il Ftse Mib di Piazza Affari è cresciuto dell’1,2%, sui livelli più alti degli ultimi cinque anni. Meglio ha fatto l’Ibex di Madrid (+1,28%) mentre Parigi e Francoforte hanno archiviato un margine positivo vicino al punto percentuale. La Borsa tedesca aveva sofferto inizialmente il rafforzamento dell’euro che nel corso della seduta si è spinto anche oltre 1,10 dollari, per poi accelerare in concomitanza con il nuovo rafforzamento del dollaro sulla divisa unica seguito alla pubblicazione di dati macro dagli Stati Uniti migliori delle attese.

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