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ETIOPIA, LA POLIZIA SPARA SUI MANIFESTANTI DURANTE UN CORTEO PACIFICO: 97 MORTI

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Massacro in Etiopia durante una manifestazione pacifica. Le forze di sicurezza hanno aperto il fuoco contro manifestanti in marcia uccidendo almeno 97 manifestanti. I fatti sono accaduti in due distinte località, nelle regioni di Oromia e di Amhara, il 6 e il 7 agosto scorso. Il massacro più grave è avvenuto a Bahir Dar il 7 agosto, con 30 manifestanti uccisi. E’ Amnesty International ad aver denunciato la strage. I manifestanti erano scesi in strada per chiedere riforme politiche, giustizia e ripristino dello stato di diritto. Centinaia di essi sono stati arrestati e trattenuti in prigioni clandestine, a rischio tortura.

A Oromia si susseguono proteste pacifiche dal novembre 2015, quando il governo ha reso noto il progetto di un nuovo piano regolatore che ingloberebbe parte delle terre degli Oromo nella capitale Addis Abeba. Oromia è la regione più estesa e più popolosa d’Etiopia con 26 milioni di abitanti, equamente divisi tra musulmani e cristiani copti. La regione si estende nell’area centro-occidentale e nell’area centro-meridionale del paese.

Problemi anche nella regione Amara, nell’Etiopia centro-settentrionale. Qui La situazione è precipitata dal 12 luglio 2016, quando le forze di sicurezza hanno cercato di arrestare il colonnello Demeka Zewdu – uno dei leader del Comitato per l’identità e l’autodeterminazione del Wolqait – per presunti reati di terrorismo. Prima della rivoluzione del 1991, il Wolqait faceva parte della regione di Ahmara; dopo tale data, il governo etiope ha ordinato che entrasse a far parte della regione del Tigré. Da 25 anni sono in corso proteste per la reintegrazione del Wolqait nella precedente suddivisione.

Milena Castigli: