Recepp Tayyip Erdogan ha annunciato di voler estendere ad altre città del nord della Siria l'operazione “Ramoscello d'ulivo“, in corso nell'enclave di Afrin controllata dalle milizie curde dell'Ypg. In un discorso televisivo, il presidente turco ha promesso di “ripulire” la città Manbij, che si trova un centinaio di chilometri a est di Afrin, una mossa che potrebbe potenzialmente portare le forze turche allo scontro con quelle dei loro alleati della Nato. Erdogan ha promesso che l'offensiva continuerà finché non ci sarà più “nessun terrorista al confine iracheno”.
Bilancio
All'inizio del settimo giorno di operazioni l'esercito turco ha emesso un comunicato in cui dichiara che dall'inizio dell'offensiva militare “Ramoscello d'Ulivo” sono 343 i “terroristi curdi” del Pyd-Ypg uccisi. Secondo la nota tra i miliziani caduti figurerebbero anche jihadisti dell'Isis, mentre gli F16 impegnati nei bombardamenti hanno distrutto 23 tra postazioni e depositi e obiettivi strategici dei curdi.
L'operazione
L'attacco della provincia di Afrin è stato voluto dalla Turchia per sottrarre al controllo dei curdi siriani del Pyd-Ypg l'omonima enclave nel nord della Siria. In base a quanto dichiarato da Erdogan sono “sette o otto” i caduti tra le file dell'esercito turco e dei suoi alleati dell'Esercito Libero Siriano che stanno attaccando Afrin da est.
Dialogo difficile
Gli Stati Uniti hanno proposto di creare una cintura di sicurezza di 30 km (buffer zone) nel cantone. Ma secondo il ministro turco degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, di questa misura potrà parlarsi solo quando i rapporti tra Ankara e Washington torneranno a basarsi sulla fiducia reciproca. “Non siamo certi d quale sia il vero obiettivo degli Usa”, ha detto Cavusoglu, “e la fiducia tra noi è stata danneggiata. Prima di prendere in considerazione una proposta del genere bisogna eliminare quest'aria di scetticismo“. La Turchia ha più volte protestato con gli Stati Uniti per l'armamento delle milizie curde avviato dall'amministrazione Obama per combattere l'Isis in Siria.