“Formare al più presto un governo di coalizione” sono queste la parole con cui il presidente Erdogan rompe un silenzio lungo 4 giorni, iniziato con le elezioni di domenica quando il leader turco ha perso la maggioranza assoluta dei seggi in Parlamento.
“Tutti – ha detto durante una cerimonia di diploma degli studenti internazionali ad Ankara – devono rispettare la volontà del popolo” e agire in modo responsabile in nome della stabilità del paese. “Grazie a Dio, quelli che sognano il caos in Turchia resteranno delusi”, ha proseguito Erdogan, spiegando che il Paese, nonostante le sorprese del 7 giugno, “cammina sulla strada giusta”. Non sono mancate frecciatine ai media occidentali di cui non ha apprezzato i servizi per le “orribili” critiche mosse nei suoi confronti.
“L’ego di ciascuno deve essere messo da parte – ha aggiunto – e un governo deve essere formato al più presto” ha concluso il presidente che ieri ha incontrato Deniz Baykal, parlamentare ed ex leader del partito laico e kemalista Chp. Un colloquio faccia a faccia che ha anticipato le intenzioni del leader dell’Akp, che di fronte all’impossibilità di realizzare il sogno di un “impero”, si è detto disponibile “ad ogni tipo di coalizione”.
A conclusione del suo intervento Erdogan ha poi accusato l’Occidente in generale di attaccare gli arabi e i turkmeni in Siria a favore dei “terroristi” curdi, interrogandosi infine sulla efficacia dai raid aerei della coalizione internazionale contro il sedicente Stato islamico (Is), guidata dagli Usa