La Turchia non chiuderà le porte all'Europa. Lo ha assicurato Recep Tayyip Erdogan aprendo i lavori della nuova legislatura, durante i quali ha bollato le “tensioni degli ultimi anni” come “il risultato di una serie di accuse ingiuste e promesse non mantenute”.
Partner
Quello di “chiudere le porte all'Europa non è un argomento sul tavolo – ha detto -. Si tratta del nostro principale partner commerciale e ci vivono cinque milioni di persone di origine turca”. A influire sul pensiero di Erdogan, oltre alla recentissima visita in Germania, anche la solidarietà e la vicinanza di Bruxelles nei confronti di Ankara, colpita la scorsa estate da una crisi della moneta e dall'aumento dell'inflazione accelerate dalle sanzioni americane comminate dagli Stati Uniti alla Turchia.
Adesione difficile
Tuttavia Erdogan non ha dimenticato le difficoltà del processo di adesione di Ankara all'Ue: “Non possiamo tacere dinanzi alle ingiustizie che abbiamo subito nel nostro processo di ingresso nell'Ue e dei doppi standard che sono stati applicati”. Oltre alle complicazioni dovute alla burocrazia hanno influito anche le polemiche di stampo prettamente politico. “Alcuni Paesi europei hanno fatto delle loro crociate anti Turchia del materiale politico per le loro questioni interne. Ora è il momento di lasciarci questo periodo di polemiche alle spalle”.
Nuova era
Erdogan ha poi sottolineato come Ankara abbia “mantenuto tutte le promesse relative gli accordi con Bruxelles, soprattutto ha gestito con successo i flussi migratori”. “Abbiamo mantenuto fede agli accordi e fermato l'immigrazione come ci eravamo impegnati a fare. Ora, a Dio piacendo, è il momento di dare vita a una nuova era dei rapporti con l'Europa e di compiere passi avanti a livello politico, economico e umano”.