Nuove tensioni sull’asse Berlino-Ankara. In un intervento a Istanbul il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, ha accusato nuovamente il governo di Angela Merkel di sostenere i terroristi, riferendosi al caso del giornalista turco-tedesco della Die Welt, Deniz Yucel, in carcere in Turchia. “Grazie a Dio è stato arrestato – ha detto rivolgendosi alla cancelliera – e tu ci stai chiedendo indietro un agente terrorista”. Il “sultano” ha però assicurato che il reporter sarà processato da un sistema giudiziario “indipendente“.
Crisi diplomatica
Ankara ha poi convocato l’ambasciatore tedesco in Turchia in merito alla manifestazione di 30 mila curdi a Francoforte, per dire no al referendum costituzionale, in cui sono state sventolate bandiere del Pkk. “La Germania ha messo il suo nome in un nuovo scandalo”, ha spiegato il portavoce presidenziale Ibrahim Kalin, ricordando che il Pkk è un “gruppo terrorista separatista”.
Schulz chiede chiarezza
Della crisi con Ankara ha parlato anche il candidato cancelliere dei social democratici, Martin Schulz, eletto all’unanimità (100% dei voti) presidente dell’Sdp. “Il governo tedesco deve avere un atteggiamento chiaro con la Turchia – ha sottolineato – bisogna dire ad Erdogan che così non va. E la sua strategia prima o poi fallirà”
Reazione
In un’intervista al Der Spiegel il ministro degli Esteri tedesco, Sigmar Gabriel, ha detto che la Germania è pronta ad adottare “le misure necessarie se Ankara non rispetta la nostra legge”. Berlino, ha chiarito, è stata molto netta nel dire “che possiamo sempre adottare, e che adotteremo in qualsiasi momento, le misure necessarie” perché “chi oltrepassa la linea non può dare per scontato di poter diffondere le sue politiche in questo Paese”.
Le prospettive di adesione all’Unione europea della Turchia “sono più lontane di sempre“, ha aggiunto, precisando il suo sostegno per la “partnership privilegiata” sostenuta da Angela Merkel.
Ue più lontana
Erdogan ha bollato i leader tedeschi e olandesi come nazisti per il loro rifiuto ad autorizzare interventi pubblici di ministri turchi nei loro Paesi in sostegno del referendum costituzionale di aprile al quale voteranno anche i turchi residenti all’estero.
Intanto il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu ha esortato l’Unione europea ad applicare l’accordo sulla liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi in Europa, affermando che il governo di Ankara sta vivendo ”un momento complicato” nei rapporti diplomatici.