Scuole chiuse per tre giorni, sospesi per cinque giorni tutti i lavori di costruzione e demolizione, proibito per dieci giorni l’utilizzo di generatori diesel di elettricità e, inoltre, la chiusura temporanea della centrale elettrica a carbone di Badarpur. Sono le misure eccezionali che il governo di New Delhi ha ordinato per cercare di combattere la pesante cappa di smog che ha letteralmente “oscurato” la città.
La capitale indiana da circa una settimana – ossia dalla festa del Diwali, durante la quale molti fedeli hanno sparato migliaia petardi e fuochi di artificio – lotta contro un’emergenza ambientale, la più grave da oltre 17 anni. Le centraline di monitoraggio delle PM hanno registrato concentrazioni oltre i 1.200 microgrammi in alcuni quartieri: la soglia raccomandata dall’Oms, l’Organizzazione mondiale per la sanità, è di 100 microgrammi per metro cubo.
In realtà, è da oltre una settimana che i livelli di particolato PM2.5 e PM10 sono fino a 70 volte superiori ai massimi ammessi dall’Oms, mentre, segnala l’agenzia di stampa Pti, gli ospedali segnalano un boom di affluenza di pazienti con problemi respiratori, asma ed allergie. Il “chief minister” (governatore) di Delhi, Arvind Kejriwal, al termine di una riunione ha indicato ai giornalisti che “quello che solo si può fare ora è l’introduzione di misure di emergenza. Non ci possiamo abbandonare a polemiche politiche, dobbiamo risolvere i problemi insieme”.