Nuovi problemi per Hillary Clinton, candidata democratica alle presidenziali statunitensi del prossimo 8 novembre. Il dipartimento di Stato riaprirà l’indagine interna sulla possibile cattiva gestione delle informazioni classificate da parte dell’ex segretario di Stato e del suo staff. Lo ha annunciato il portavoce John Kirby. L’accertamento riparte dopo essere stato sospeso in aprile per non interferire con l’inchiesta dell’Fbi, che ha ‘prosciolto’ Hillary nel cosiddetto “Emailgate”. Il capo della polizia federale James Comey aveva criticato la sua “estrema negligenza nell’utilizzare l’account di email privata quando era segretaria di Stato” ma, aveva specificato, altresì che non c’erano “elementi per perseguirla”. Ora l’ex First lady rischia gravi sanzioni amministrative, tra cui la perdita dell’accesso alle informazioni segrete. Un problema non da poco per un Presidente degli Stati Uniti.
Un “disastro per Hillary Clinton. Come può qualcuno con così poco giudizio essere il prossimo presidente degli Stati Uniti?” aveva tuonato Donald Trump, candidato repubblicano alla Casa Bianca, attaccando la donna poco prima dei caucus in Iowa. Il magnate newyorkese aveva già dato per inevitabile l’incriminazione della rivale; immediata la sua protesta via social: “Il direttore dell’Fbi dice che Hillary la disonesta ha compromesso la sicurezza nazionale. Nessuna accusa. Wow! Sistema truccato”. In un secondo tweet, Trump ha rievocato la vicenda vagamente analoga del generale Petraeus: “Il sistema è truccato. Petraeus ebbe problemi per molto meno. Molto molto ingiusto! Come al solito, cattivo giudizio” ha tuonato il miliardario repubblicano.