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Emailgate, adesso sotto accusa ci finisce l’Fbi

L’ex ministro americano della Giustizia Eric Holder (nella foto) è tra i firmatari di una lettera – ottenuta dall’Associated Press – sottoscritta da decine di altri ex procuratori federali, estremamente critica nei confronti del direttore dell’Fbi James Comey. Nella lettera si critica aspramente la sua decisione di informare il Congresso in relazione al ritrovamento di nuove mail considerate “pertinenti” all’inchiesta sull’utilizzo di mail e server privati da parte di Hillary Clinton quando era segretario di Stato.

Nella lettera si sottolinea che con la sua comunicazione al Congresso Comey ha violato la prassi del Dipartimento di Giustizia pensata per evitare che l’azione dei procuratori possa avere effetti sul processo elettorale.

Gli ex procuratori affermano che le rivelazioni dal direttore dell’Fbi hanno “portato a considerevoli e disinformate speculazioni pubbliche” circa la rilevanza delle mail e che l’opinione pubblica americana merita maggiori informazioni”.

In realtà gli agenti dell’Fbi sapevano da inizio ottobre che il materiale trovato nel computer di Anthony Weiner, utilizzato anche dalla moglie Huma Abedin, la più stretta collaboratrice di Hillary Clinton, poteva essere attinente all’inchiesta sull’emailgate. Avrebbero però aspettato settimane prima di informare il loro direttore, James Comey. L’illazione è uno dei tanti tasselli non ufficialmente confermati che vanno a comporre il puzzle della vicenda che scuote e cambia la campagna presidenziale negli Stati Uniti.

Impossibile però non avere almeno il sospetto che sia stata strumentale la tempistica della rivelazione. Non foss’altro perché l’analisi delle decine di migliaia di email andrà ben oltre la data delle elezioni, e dunque quell’annuncio avrebbe potuto essere fatto o dopo il voto o molto prima.

Gli agenti federali hanno intanto ottenuto il mandato necessario per cominciare a vagliare le mail potenzialmente attinenti all’emailgate e stabilire quali e quante siano davvero rilevanti ai fini dell’inchiesta relativa all’utilizzo di un account e di un server privati da parte della Clinton quando era segretario di Stato. Lo dice la Abc, spiegando che il mandato era necessario perché il materiale è stato trovato nell’ambito di un’altra indagine, che riguarda l’invio, da parte di Weiner, di messaggi dal contenuto sessuale a una 15enne.

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