L’ombra dell’indipendenza della Catalogna si allarga sempre di più sulla Spagna. Infatti secondo i dati forniti da un nuovo sondaggio – pubblicato da El Mundo – gli indipendentisti sfioreranno il 50% dei voti e controlleranno la maggioranza assoluta dei seggi nel Parlamento regionale dopo le elezioni previste per il 27 settembre. Le due liste che sono a favore della secessione, ossia “Junts pel Si” del presidente uscente Artur Mas e “Cup” (sinistra), otterrebbero in totale circa 70 voti su un totale di 135. Il secondo partito sarebbe quello dei Ciudadans, davanti ai popolari, mentre rimarrebbero più staccati sia Podemos che i socialisti.
Artur Mass ha annunciato che in caso di vittoria inizierà l’avvio del distacco dalla Spagna, nonostante la dura opposizione del premier Mariano Rajoy che ha giudicato l’opzione come incostituzionale. La secessione comporterebbe anche l’esclusione automatica della regione catalana dall’Unione Europea, come nei giorni scorsi aveva avvertito un portavoce della Commissione Ue.
Anche il presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, a meno di una settimana dalle elezioni ha ribadito che “se una parte di uno Stato membro cessasse di essere parte dello stesso e divenisse a sua volta Stato indipendente, i trattati non vi avrebbero più vigore” in quanto la regione “diventerebbe un paese terzo, che dovrebbe richiedere a sua volta di aderire all’Ue”. MA anche i grandi imprenditori del Paese hanno espresso il loro dissenso alla secessione della Catalogna. Gli industriali spagnoli hanno infatti messo in guardia il presidente della Generalitat catalana, Artur Mas, sostenendo che una secessione della regione dalla Spagna comporterebbe un freno degli investimenti e della produzione presso gli stabilimenti locali.