Il processo a Mubarak si riapre con la procura del Cairo che ha presentato un appello contro la sentenza che sabato scorso aveva sollevato dalle accuse l’ex Presidente, insieme al ministro degli Interni e sei suoi collaboratori, per l’uccisione dei manifestanti durante le rivolte del 2011. In un comunicato dei pm egiziani si apprende che “un esame delle motivazioni della sentenza rivela alcuni vizi giuridici che caratterizzano il pronunciamento”. Qualora questo provvedimento venisse accolto, Mubarak dovrà affrontare il terzo ed ultimo processo secondo quanto prevede l’ordinamento egiziano.
L’ex Presidente era finito sott’accusa per non aver bloccato la sanguinosa repressione delle proteste della primavera 2011 durante la quale persero la vita 846 manifestanti. Quando il tribunale aveva deciso di scagionare Mubarak sono scoppiate le proteste dei movimenti islamisti insieme ai gruppi laici e piazza Tahrir, che è diventata il simbolo dei moti anti-rais, è stata chiusa subito dopo la sentenza di sabato per poi essere riaperta nella mattinata di lunedì e nuovamente sbarrata. Per bloccare le proteste e disperdere i manifestanti è stato necessario l’intervento di mezzi blindati e di filo spinato. Al Jazeera fa sapere che diversi gruppi come il Constitution Party, Strong Egypt Party, Bread and Freedom Party, April 6 Youth Movement, Youth for Justice e il movimento studentesco Freedom and Resistance hanno “annunciato una settimana rivoluzionaria”.