Via libera in prima lettura del Parlamento egiziano al ddl che regola le attività delle ong che potranno condurre le loro attività solo dopo l’autorizzazione da parte delle competenti autorità amministrative.
La legge prevede che le attività delle organizzazioni non siamo in conflitto con la sicurezza nazionale e l’ordine pubblico e dà al competente organo amministrativo il potere di determinare se le attività di un’associazione corrispondano ai bisogni della società e ai piani di sviluppo. Secondo il sito El-Badil in caso di infrazione la legge prevede pene che vanno da un anno a cinque anni di reclusione ed ammende fino ad un milione di Lire egiziane. Molte organizzazioni in difesa dei diritti umani hanno criticato il ddl, scrive il sito Al Ahram in inglese. Il disegno di legge è stato inviato al Consiglio di Stato e poi ritornerà alla Camera per l’ok definitivo.
La nuova legge, scrive l’agenzia Mena, permette alle organizzazioni non governative di operare nelle aree di sviluppo della comunità indicate nel proprio statuto ma non in quelle che rientrano nell’ambito dei partiti politici e sindacati. Le ong non possono prendere parte ad attività che hanno una natura politica o danneggiano la sicurezza, l’ordine pubblico, la moralità e la salute pubblica.
Inoltre non possono supportare, finanziare o promuovere campagne elettorali e sono obbligate ad annunciare le loro fonti di finanziamento, i nomi dei membri, il bilancio annuale e le attività. Il disegno di legge dà alle autorità il diritto di sciogliere un’organizzazione in caso di violazione della legge.
Il ddl non piace, però, agli attivisti. Una ventina di organizzazioni della società civile egiziana e sei partiti politici lo hanno definito “repressivo” ed “ostile“, sottolineando che in questo modo “si permette al governo e alla sicurezza di controllarle”. Il “Parlamento tratta la società civile come un nemico“, hanno denunciato precisando che “il nuovo disegno di legge assomiglia a quello proposto dal governo ai media a settembre già condannato dalle associazioni, ma in realtà è più repressivo e ostile”. Nel caso la legge venga approvata, hanno spiegato, “sarà la fine per le ong che operano nei settori dello sviluppo e dei servizi sociali”.