Un altro copto egiziano, il sesto nell’arco di un mese, è stato ucciso da jihadisti dell’Isis nel Sinai nord-orientale. Lo confermano fonti della minoranza cristiana che vive nella regione. L’Associated Press ha riferito che la vittima è un idraulico, freddato nella sua casa ad Al-Arish davanti alla moglie e ai figli piccoli.
Circa 200 famiglie di cristiani hanno lasciato Al Arish nelle due ultime due settimane in seguito a uccisioni di copti perpetrare da jihadisti del sedicente Stato Islamico. Lo hanno segnalato all’Ansa fonti della comunità copta. Il cristianesimo era la religione predominante nell’Egitto di epoca romana tra il IV e il VII secolo, fino alla conquista da parte dei musulmani, ed è rimasta la fede di una significativa minoranza della popolazione fino ad oggi.
Domenica 19 febbraio la branca egiziana del Califfato aveva diffuso un video in cui minacciava di uccidere i copti, i cristiani d’Egitto che rappresentano circa il 10% della popolazione egiziana. Nel video gli ex-“Ansar Beit el-Maqdes“, ora affiliati all’Isis, indicavano nei copti la loro “preda favorita” e nell’attentato del dicembre scorso a una chiesa del Cairo con 27 morti “solo l’inizio” della persecuzione di questi “infedeli“. Mercoledì ad Arish due copti – padre e figlio – erano stati trovati uccisi a colpi di arma da fuoco e uno dei due corpi era stato dato alle fiamme.