La Corte di Cassazione egiziana ha annullato l’ergastolo nei confronti dell’ex presidente Mohamed Morsi, esponente della confraternita dei Fratelli musulmani, nel processo per collaborazione con organizzazioni straniere detto “spionaggio per Hamas“. Lo riferiscono fonti giudiziarie. I giudici hanno ordinato che il processo venga rifatto.
A giugno dello scorso anno la Corte di Assise aveva condannato tre esponenti dei Fratelli musulmani alla pena capitale e altri 17 all’ergastolo, tra cui Morsi e la Guida suprema della Confraternita musulmana, Mohamed Badie. Altri due esponenti della Fratellanza avevano ottenuto 7 anni e 14 erano stati condannati in contumacia. Per l’accusa avevano cospirato tra il 2005 e il 2013 con organizzazioni straniere per compiere compiere atti terroristi.
Lo scorso 15 novembre la Cassazione ha annullato la sentenza che nel 2015 aveva condannato a morte Morsi per gli incidenti durante l’evasione di massa dal carcere di Wadi el Natroun nel gennaio-febbraio del 2011.
L’ex presidente islamista è sotto accusa anche in altri processi. Nella primavera di quest’anno è stato condannato all’ergastolo nel processo per spionaggio per il Qatar. Ad aprile 2015 un tribunale gli ha inflitto 20 anni per aver ordinato nel 2012 la sanguinosa repressione di una protesta davanti al palazzo presidenziale. C’è poi un altro processo per oltraggio alla magistratura.
Recentemente la stessa Cassazione ha annullato la condanna a morte di Morsi disposta dalla corte d’Assise del maggio 2015 per l’evasione di massa dei vertici dei Fratelli Musulmani dal carcere di Wadi el-Natroun avvenuta nel gennaio 2011.