Il giornalista francese del quotidiano cattolico La Croix e della radio Rtl Remy Pigaglio, corrispondente da due anni al Cairo, ĆØ stato espulso dall’Egitto al ritorno da un viaggio in patria, senza spiegazioni. “Rientrava dalle vacanze in Francia lunedƬ, ma ĆØ stato trattenuto ai controlli dell’aeroporto – spiega il direttore del giornale, Guillaume Goubert – Dopo una notte in cella, ĆØ stato espulso senza alcun motivo, anche se i suoi documenti erano in regola”.
Immediata la reazione dei colleghi, che in un messaggio ampiamente diffuso su web e social network denunciano “la crescente repressione esercitata dalle autoritĆ su media egiziani e stranieri” e chiedono “spiegazioni” su quanto successo a Pigaglio. Non senza sottolineare che “la libertĆ di stampa ĆØ ripetutamente calpestata, mettendo in pericolo la sicurezza dei giornalisti”.
Il reporter, riferisce La Croix nella ricostruzione degli eventi, ha un visto giornalistico semestrale, ed ĆØ regolarmente accreditato dal centro stampa egiziano. Ma quando, nel primo pomeriggio di lunedƬ, ha presentato questi documenti al varco in ingresso dell’aeroporto della capitale, ĆØ stato bloccato. Ha solo avuto il tempo di avvertire, tramite l’app di messaggistica Whatsapp, l’ambasciata di Francia e alcuni colleghi prima che passaporto e telefono fossero sequestrati, e lui fosse condotto in una sala interrogatori. Poi, ogni contatto gli ĆØ stato vietato.
Solo in serata, dopo che gli era stato ufficialmente notificato il divieto di ingresso in territorio egiziano, ha potuto contattare l’ambasciata e i suoi familiari. La diplomazia transalpina ha tentato in ogni modo di opporsi alla sua espulsione, ma invano. Numerosi elementi, sempre secondo La Croix, indicano che all’origine della decisione ci siano i servizi segreti. Pigaglio ha trascorso la notte in cella, ed ĆØ poi stato rinviato in Francia. “Niente mi ĆØ stato confiscato, e non sono stato maltrattato. Non c’ĆØ stato nessun interrogatorio – ha detto al giornale prima di imbarcarsi sul volo di ritorno – E non ho mai saputo, e tutt’ora non so, perchĆ© questa decisione di divieto di ingresso sia stata presa”.