Resta la Finlandia il Paese più felice del mondo. Lo sostiene l'annuale World Happines Report presentato oggi alle Nazioni Unite, che contiene la classifica elaborata da Gallup di 156 Stati valutati in base alla percezione della felicità dei propri cittadini.
La classifica
Nella top ten della classifica si ritrovano i Paesi che gia negli scorsi anni hanno occupato i primi posti: dopo la Finlandia, troviamo Danimarca, Norvegia, Islanda, Olanda, Svizzera, Svezia, Nuova Zelanda, Canada e Austria. Il rapporto analizza l'evoluzione dei livelli di felicita registrati dal 2005-2006, anno in cui Gallup ha iniziato a raccogliere i dati e risultano di piu i Paesi che hanno acquisito posizioni rispetto a quelli che le hanno perse.
In generale, però, tenendo in considerazione la crescita della popolazione, il livello di felicità nel mondo è calato negli ultimi anni. E aumentato il livello di “emozioni negative“, tra cui preoccupazione, tristezza e rabbia, specialmente in Asia e Africa, ma piu recentemente anche altrove. Tra i 20 Paesi che hanno acquistato più posizioni rispetto ai dati 2005-2008, 10 si trovano in Europa Centrale e Orientale, 5 sono nell'Africa subsahariana e 3 in America Latina. I 10 Paesi con il piu marcato declino sono quelli in cui ci sono state combinazioni di fattori economici politici e sociali negativi: i cali piu marcati sono stati in Yemen, India, Siria, Botswana e Venezuela.
L'Italia
Secondo i risultati dello studio, prodotto in partnership con la Fondazione Ernesto Illy, l'Italia si colloca al 36esimo posto, in netta risalita rispetto al 47esimo posto dello scorso anno. Andrea Illy ha detto di considerare “la felicità importante sia da un punto di vista economico che di politiche aziendali“, sottolinea come questa nuova edizione del rapporto, che esplora i legami tra felicità e comunità, uso della tecnologie e partecipazione al voto, arriva in un momento di “transizione verso una nuova era, dominata da un processo di
deglobalizzazione di fondo. Questo genera un senso di incertezza. La felicità sociale è proprio per questo sempre più rilevante”.