Domenica elettorale in Sudamerica. Il 27 ottobre si vota per il primo turno delle elezioni presidenziali in Argentina e in Uruguay. In Argentina, il peronista Alberto Fernández, in ticket con l’ex presidente Cristina Fernández de Kirchner, confida in una vittoria già al primo turno, dopo il successo alle primarie dell’agosto scorso. I due hanno chiesto agli argentini di “votare per mettere fine ad una pagina obbrobriosa” della storia del Paese. Il presidente uscente Mauricio Macri ha cercato nell’ultima settimana di campagna elettorale una rimonta per arrivare al ballottaggio, con lo slogan 'Sì, se puede!' (Sì si può!) ed un invito ai propri sostenitori a contribuire al miracolo di “sconfiggere un pronostico avverso”. I due principali candidati, sui sei in lizza, si sono già misurati nelle primarie ('Pasos') svoltesi l'11 agosto scorso, in cui Fernández ha sorprendentemente superato Macri di oltre 16 punti (49,49% contro 32,93%). Anche la Chiesa argentina è scesa in campo. Il presidente della Conferenza episcopale argentina (Cea), mons. Oscar Vicente Ojea, vescovo di San Isidro, ha ammonito su Sir che l’attuale situazione del Paese richiederebbe “dialogo e accordi”, al di là di chi governerà dopo le elezioni presidenziali.
Uruguay
Incerta, invece, la situazione in Uruguay, dove il ballottaggio è in questo caso probabile. Il favorito resta il partito di sinistra tradizionalmente al governo, il Frente Amplio, che candida Daniel Carlos Martínez. La destra liberale del Partido Nacional, che candida Luis Alberto Lacalle Pou, confida di andare al ballottaggio. Gli ultimi sondaggi – scrive Agi – confermano in testa la coalizione di sinistra, in netta ripresa al 38% (+ 5 punti rispetto a settembre); il partito di destra è in calo di 6 punti, al 27%. Martinez, accreditato tra il 33 e il 40% delle preferenze in base all'istituto che lo realizza, è seguito da Lacalle Pou, al secondo posto, che potrebbe ottenere tra il 22,4 e il 28% dei consensi. In pericolo il terzo posto per Ernesto Talvi, dello storico Partido Colorado (Pc), che con l'11% delle intenzioni di voto perde 7 punti rispetto al mese scorso, ormai raggiunto dallo schieramento della destra nazionalista Cabildo Abierto e del suo candidato Guido Manini Rios. Domenica seggi aperti anche in Colombia, per le elezioni regionali nei Dipartimenti del Paese e per le comunali, che coinvolgono anche la capitale Bogotá.