La diffusione in Arabia Saudita del pensiero wahabita, ramo fondamentalista dell'Islam, risale al periodo della Guerra Fredda, “quando gli alleati degli Stati Uniti lo hanno usato per fermare l’avanzata dell’Unione Sovietica nei paesi islamici”. A rivelarlo in un'intervista al quotidiano statunitense “Washington Post” è Mohammed bin Salman, erede al trono saudita.
Il principe proveniente dal Golfo, nel corso della sua visita negli Stati Uniti, ha spiegato: “Quando ci accusano di aver finanziato le scuole e le moschee nel mondo islamico, devono legare quel fenomeno a quello della Guerra fredda, quando i Paesi alleati ci chiedevano di usare questi finanziamenti per fermare l’avanzata sovietica nel mondo islamico. Ora, però, abbiamo cambiato strada e vogliamo fare marcia indietro rispetto al passato”.
Durante la permanenza Oltreoceano, che gli ha dato modo di incontrarsi con Donald Trump, come riferisce il quotidiano israeliano “Haaretz” ripreso da AgenziaNova, Mohammed bin Salman incontrerà i leader della comunità ebraica statunitense a New York. Il principe ereditario e suo padre, il re Salman, hanno precedentemente ospitato leader ebraici provenienti dagli Stati Uniti in Arabia Saudita. Il principe Mohammed bin Salman, giovane dalle idee riformiste e moderate, secondo molti osservatori si trova in netto contrasto con il clero wahabita e la parte più conservatrice di nobiltà e forze armate.