Dopo la morte del missionario spagnolo Manuel Garcia Viejo, morto il 26 settembre all’ospedale Carlos III, a Madrid infermieri e personale sanitario protestano contro il Ministro della Sanità Ana Mato. Una delle operatrici che ha curato l’uomo è ricoverata con i sintomi del virus, ma, oltre alla donna di 44 anni precaria nonostante lavorasse da 15 anni nell’ospedale della capitale spagnola, sembra ci possano essere altri contagiati dal virus dell’Ebola, tra cui il marito della donna che sarebbe il caso più preoccupante per i medici iberici. Le altre persone in isolamento sarebbero un uomo arrivato con un volo dalla Nigeria e un’altra delle infermiere.
E mentre la paura aumenta, gli operatori sanitari denunciano una mancata formazione per poter fronteggiare adeguatamente l’emergenza chiedendo le dimissioni del ministro della Sanità. Anche i responsabili sindacali dei professionisti, manifestano un malcontento generale e accusano il governo di aver improvvisato. I sindacai dei dipendenti pubblici invece, chiedono spiegazioni sul perché l’infermiera contagiata dall’Ebola non sia stata subito messa in quarantena, tanto più che lei stessa aveva avvisato il servizio di prevenzione dei rischi già il 30 settembre.
Anche Bruxelles chiede al governo spagnolo di fare luce sull’accaduto, intimando di fornire spiegazioni su come mai il sistema sanitario abbia permesso un contagio al di fuori dell’Africa. Nel frattempo le autorità iberiche stanno compilando una lista delle persone entrate in contatto con l’infermiera che potrebbero essere stati contagiati.