I primi risultati dei test clinici sui vaccini contro l’Ebola saranno disponibili entro fine anno: a dirlo è l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che prevede di poter usare i primi antidoti sperimentali nei Paesi dell’Africa occidentale colpiti dall’epidemia all’inizio del 2015. Lo ha dichiarato oggi a Ginevra la direttrice generale aggiunta dell’Oms, Marie Paule Kieny, che ha però precisato: “Parliamo di decine di migliaia di dosi e non di milioni di dosi. Così come stanno le cose, non ci saranno campagne di vaccinazioni di massa a partire dal gennaio 2015″.
Se positivi, i vaccini saranno inviati in gennaio ai Paesi africani colpiti dal virus, che ha ucciso già circa 4.500 persone: sul fronte della diagnosi, i test attualmente a disposizione richiedono in media due ore e possono essere effettuati solo in laboratorio. Un gruppo di ricercatori francesi, secondo quanto riportato dalla stampa internazionale, avrebbe messo a punto un test rapido del virus, ancora in attesa di approvazione, in grado di fornire il risultato in meno di quindici minuti.
Mentre dall’Europa arrivano notizie positive, in Sierra Leone è deceduto un altro dipendente delle Nazioni Unite: lo ha riferito lunedì il portavoce del segretario generale dell’organizzazione Stéphane Dujarric. Secondo quanto comunicato dal funzionario Onu, la moglie del defunto è stata ricoverata in ospedale. Non è il primo dipendente dell’organizzazione internazionale a morire per aver contratto il virus dell’Ebola, ma il terzo: questo mese, un funzionario è deceduto in Germania, dopo aver contratto l’infezione in Liberia, mentre un altro è morto sempre in Sierra Leone, due settimane fa.
Diverse polemiche intorno alla gestione dell’infezione sono piovute sull’Organizzazione mondiale della sanità: nei giorni scorsi è circolato un documento interno svelato dalla stampa, in cui l’OMS ammette una serie di errori nella gestione della crisi. Un dossier clamoroso, in cui si legge che “quasi tutti quelli coinvolti nel rispondere all’emergenza non hanno notato fattori e fatti di quella che è poi divenuta un’esplosione del virus”. I rappresentanti dell’Oms, dopo aver appreso la notizia sulle indiscrezioni di stampa, non hanno commentato il documento, limitandosi a dire che i “dettagli non saranno discussi fino a quando il dossier non sarà completato e i fatti chiariti e provati in via definitiva”.