Diminuiscono i casi di ebola in Africa nei tre paesi più colpiti dalla febbre emorragica: Liberia, Sierra Leone e Guinea. Ad annunciarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità secondo cui il calo di infezioni rappresenta un “primo segnale di ottimismo” frutto “del lavoro effettuato negli ultimi mesi”.
Il portavoce della Nazioni Unite David Nabarro, ha dichiarato che rimarrebbero una cinquantina di focolai di ebola, anche se non bisogna abbassare la guardia è importante riconoscere che la malattia ha superato il suo culmine e si prevede di sconfiggere il virus in un tempo relativamente breve.
Il segretario generale dell’Onu, Ban Ki-moon, ha detto che l’epidemia potrebbe finire entro la metà del 2015. Gli esperti dell’Oms preferiscono non avanzare alcuna previsione, ma precisano che per debellare del tutto il virus sono necessari tempo e cure adeguate per i malati e sarà fondamentale garantire delle sepolture dignitose e in regola dal punto di vista sanitario.
Le Nazioni Uniti annunciano inoltre che i prossimi sforzi internazionale per combattere il virus, oltre al proseguimento delle campagne di finanziamento e di informazione, ci sarà il miglioramento delle pratiche per l’isolamento e il trattamento tempestivo dei nuovi casi.