Taxi con intere famiglie stipate all’interno attraversano Monrovia alla ricerca di un ricovero. Ma non ci sono letti liberi. E l’imminente futuro non promette niente di buono. “Sono attesi diversi migliaia di nuovi casi di Ebola nelle prossime tre settimane in Liberia”, è l’allarme lanciato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Proprio i taxi rappresentano un potenziale mezzo di trasmissione del virus.
Il contagio in Liberia, che risulta essere lo stato africano più colpito con circa duemila casi, oltre mille morti e un tasso di letalità del 58%, “è intenso e il numero di nuovi casi sta aumentando in modo esponenziale”, come emerge dal rapporto dell’Oms che sta lavorando di concerto con il Presidente Ellen Johnson Sirleaf e i componenti del suo governo per avere un quadro della situazione.
Ad oggi circa 152 operatori sanitari sono stati contagiati e 79 hanno perso la vita. Ogni infezione fra medici e infermieri incide duramente sulla capacità del Paese di rispondere all’epidemia. Il direttore generale dell’Oms, Margaret Chan, continua a chiedere più posti di isolamento per trattare i malati, ma gli esperti evidenziano la necessità di un intervento “non convenzionale” e di uno sforzo internazionale per contrastare l’avanzata del virus. Infatti gli interventi stabiliti per il controllo dell’epidemia di Ebola “non stanno avendo un impatto adeguato in Liberia, sebbene sembra che si stiano dimostrando efficaci in altre aree dove la diffusione del virus è limitata come Nigeria, Senegal e Congo”.
Sono quindi necessari maggiori aiuti internazionali, “i Paesi che attualmente stanno supportando la risposta contro il virus sia in Liberia che altrove devono prepararsi ad intensificare i loro sforzi attuali di almeno tre o quattro volte”.