La mente che ha organizzato e diretto l’attentato al Museo del Bardo di Tunisi, sarebbe una donna. Lo riferisce il settimanale tunisino “Akher Khabr”, che ha pubblicato in un articolo alcuni dettagli sull’attacco nel quale sono rimaste uccise 23 persone, tra cui 4 italiani. A confessare sarebbero state le persone arrestate dalla polizia nel blitz antiterrorismo scattato subito dopo quel sanguinoso 18 Marzo.
A coordinare le quattro cellule jihadiste sarebbe la moglie di Maher Gaidi, membro del movimento Oqba ibn Nafaa, affiliato ad al Qaeda nel Maghreb islamico (Aqmi). I due, ancora oggi ricercati dalle autorità tunisine, avrebbero ispezionato più volte il Museo nazionale nei giorni precedenti alla strage per poter preparare l’attentato. La mattina dell’attacco avrebbero trasportato le armi nei pressi del complesso all’interno di un’auto di colore nero.In manette anche un uomo fermato dalla polizia di Tunisi e sospettato di essere coinvolto nell’attentato. Le autorità lo hanno fermato a Sfax, sulla costa orientale del Paese, e al momento dell’arresto si è rivolto agli agenti definendoli “”taghout”cioè miscredenti.
Domenica 29 Marzo intanto per le strade della capitale hanno marciato almeno 30 mila persone, tra cui molti leader politici come François Hollande, che è stato accolto dal capo di Stato tunisino Beji Caid Essebsi con un abbraccio e una calorosa stretta di mano. Matteo Renzi che ha ribadito l’importanza di unire le forze contro il terrorismo: “Combatteremo perché gli ideali di libertà si affermino ovunque” aggiungendo “siamo qui per dire che l’Italia fa parte di una vasta fetta di umanità che crede nel futuro e non lascerà il futuro in mano agli estremisti”. Tra la folla moltissimi i giovani che camminavo al grido di “Tunisia libera” sventolando la bandiera rossa del Paese fino al piazzale antistante al Museo del Bardo.